Si è svolto questa mattina il webinar “Teleriscaldamento a biomassa: quali prospettive per i comuni montani non metanizzati?” nell’ambito del progetto europeo “ Unlocking the community bioenergy potential” in cui FIPER rappresenta un caso pilota per l’avvio delle comunità di energia rinnovabile.
Walter Righini, presidente FIPER ha aperto i lavori e introdotto le diverse categorie rappresentate nel corso del confronto in un approccio botton-up: cittadini, professionisti, amministratori locali, istituzioni regionali (Rolfi, assessore agricoltura Regione Lombardia e Corgnati, tecnico forestale regione Piemonte), imprese boschive, consorzi forestali, Ricerca Sistemi Energetici -RSE (Armanasco), istituti di ricerca (ENEA, Itabia), la rappresentante delle Politiche Agricole e Forestali (Stefani- direttrice generale foreste), UNCEM (Bussone- presidente). 48 voci accumunate dall’interesse per le bioenergie.
Dai territori montani e dalla aree rurali è emerso un forte interesse da parte degli operatori della filiera e monte e degli amministratori locali a valutare nuove progettualità di mini/ reti di teleriscaldamento a biomassa a kilometro zero. Le principali barriere emerse ed evidenziate: rischio di metanizzazione delle aree montane, come emerso negli ultimi mesi, seppur dotate di ingenti risorse rinnovabili, pregiudizio culturale sull’impiego delle biomasse, mancanza di linee di finanziamento dedicate, oltre agli aspetti tecnici e operativi (ex. parcellizzazione forestale, mancanza di formazione specifica di installatori e tecnici, ect).
E’ stata anche l’occasione per presentare due case history, rispettivamente l’esperienza ventennale bosco-legno energia Valtellina (Tirano, Sondalo, S. Caterina Valfurva) e l’esperienza ultradecennale della mini rete del comune di Marchirolo (VA) per illustrare gli effetti economici, occupazionali di questi progetti che vanno oltre la dimensione tipicamente energetica e ambientale. Un incoraggiamento, una testimonianza per gli amministratori e imprenditori presenti per condividere l’esperienza vissuta nell’affrontare le diverse problematiche che si sono incontrate nel corso del tempo.
Da parte del MIPAAF la disponibilità ad aprire un confronto sugli attuali “effetti distorsivi” delle politiche attualmente in atto da condividere all’interno del tavolo filiera legno nazionale.
Da Regione Lombardia, l’impegno a promuovere iniziative e attivare risorse per incrementare la viabilità agroforestale e investire su nuove progettualità di reti di teleriscaldamento a biomassa nelle aree montane, da condividere all’interno delle misure del bacino padano per migliorare la qualità dell’aria.
Le istituzioni presenti hanno convenuto sulla necessità di rimettere al centro il ruolo del settore primario nella promozione dell’economia circolare e nell’azione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza e valorizzare le risorse rinnovabili presenti sul territorio anziché metanizzare i comuni montani.
La voce del territorio è stata chiara: UNCEM in rappresentanza dei comuni montani ha affermato la necessità di “fare più squadra” tra le diverse filiere afferenti al legno, dalla produzione di case sino alla filiera arredo. Diversi i sindaci intervenuti, tra cui Tirano, Menconico, Valvestino. Spada (Tirano) ha evidenziato i vantaggi apportati dalla presenza del teleriscaldamento per riattivare la filiera bosco locale e favorire l’avvio della comunità dell’energia rinnovabile, rimarcando che i comuni montani possono e devono essere autonomi dalle fonti fossili, per attivare nuovi investimenti e favorire lo sviluppo locale. Mentre Valvestino (BS) e Menconico (PV) a testimonianza di comuni non metanizzati che intendono avviare nuove reti di teleriscaldamento a biomassa.
Il presidente Fiper ha poi illustrato il potenziale di sviluppo del teleriscaldamento a biomassa nei comuni non metanizzati in Regione Lombardia (93) e in Regione Piemonte (133). Un potenziale che permetterebbe a questi territori di emanciparsi dalle fonti fossili e creare reddito e occupazione.
Un grande viaggio, inizia sempre con un primo passo. Avanti tutta quindi per la transizione ecologica nelle aree interne con il petrolio verde dei ns boschi.