Verona – Si è svolto venerdì pomeriggio presso Progetto Fuoco, la fiera internazionale sui sistemi di riscaldamento a biomassa, il convegno organizzato da AIEL e FIPER dedicato ad un tema di grande attualità e importanza per il settore: il riconoscimento dei residui derivanti dalle potature e dalla gestione del verde urbano definiti anche con la dizione “fuori foresta” nella disciplina dei sottoprodotti.
Annalisa Paniz, direttrice generale di AIEL, ha aperto i lavori del convegno mettendo l’accento sul fatto che il cosiddetto “fuori foresta”, il materiale raccolto al di fuori della gestione forestale, può davvero rappresentare un’opportunità significativa di economia circolare anche nella gestione del verde urbano, che risente ancora di un’interpretazione non sempre lineare, di visioni in contrapposizione tra la gestione nel regime rifiuti o la disciplina dei sottoprodotti validi per la valorizzazione energetica.
Sulle specifiche normative che permettono di valorizzare il fuori foresta, chiari e dettagliati sono stati gli interventi di Diego Rossi e Matteo Favero di AIEL e dell’avvocata Rosa Bertuzzi i quali, riprendendo i requisiti previsti dall’art.184 bis del TUA (testo unico ambientale), hanno spiegato come in quest’ultimo e in diverse sentenze recenti si ritrovano i riferimenti utili per dare vita a questo cambio di prospettiva.
Annoverare dunque definitivamente sfalci e potature derivanti dalla gestione di parchi e giardini e il materiale derivante dalla gestione degli eventi meteorologici o della pulizia degli alvei fluviali come sottoprodotti è attualmente possibile, evitando in questo modo la filiera dei rifiuti.
Una buona pratica già attuata, che può essere presa come esempio e riferimento, è senza dubbio quella della Regione Friuli Venezia Giulia, illustrata dall’assessore all’ambiente Fabio Scoccimarro: a seguito degli eventi meteorologici violenti di luglio 2023, il governo friuliano ha emanato un’ordinanza con cui i 125 comuni colpiti dagli effetti della tempesta hanno potuto gestire gli alberi abbattuti in deroga alla gestione del regime rifiuti, a condizione che venissero impiegati nella filiera energetica. Qui, 10.000 tonnellate di legname raccolto ha prodotto un risparmio per i 125 comuni di circa 800.000 euro.
La segretaria generale di FIPER Vanessa Gallo ha posto poi l’accento sugli aspetti economici del fuori foresta: per un’amministrazione comunale significa risparmiare 60 euro a tonnellata, come costo evitato di smaltimento; in aggregato per il Sistema Italia il risparmio ammonta a circa 150-180 milioni di euro. Da aggiungere poi il valore del ritorno economico dato dalla vendita del residuo legnoso che si aggira sino a 15 euro/tonnellata, corrispondente in aggregato a circa 45 milioni di euro, dato che comprende tutt i vari approvvigionamenti, non solo le potature
Il convegno si è concluso con l’annuncio da parte di FIPER e AIEL di aver provveduto a fare richiesta al MASE, congiuntamente a Confcooperative, di attivare un tavolo di lavoro per la stesura di un vademecum rivolto a Enti locali e operatori sulla valorizzazione del fuori foresta come sottoprodotti.
“Il fuori foresta rappresenta una mole importante e ancora oggi quasi del tutto ignorata di risorse, che possono aiutare il nostro paese a progredire sulla strada della transizione energetica” commenta il presidente di FIPER Walter Righini “Con la valorizzazione di questi materiali potremmo fare un passo avanti nella creazione fattiva dell’economia circolare anche nella gestione del verde delle nostre città. C’è un patrimonio ecologico ed economico che oggi scartiamo come rifiuto e che invece ha già tutte le carte in regola per diventare una risorsa. Non sprechiamo quest’occasione. Facciamo appello al MASE affinché acceleri la creazione del tavolo di lavoro”.
Guarda sotto video dell’intervento di Vanessa Gallo a progetto Fuoco e scarica la presentazione di Vanessa Gallo