Nel vasto teatro della lotta contro la deforestazione e per la preservazione del nostro pianeta, le donne sono sempre più protagoniste. Attraverso il loro impegno, coraggio e dedizione, stanno cambiando il mondo, un albero alla volta, nelle diverse regioni del globo intero e in Italia.
Donne e foreste è un binomio che sempre più spesso va a braccetto: se una volta si pensava che il settore forestale fosse “cosa da maschi”, oggi molte condizioni sono cambiate e sono tanti gli ambiti nei quali si sta affermando la presenza femminile.
In occasione della Giornata Internazionale della donna, FIPER intende rendere omaggio a tutte le donne che proteggono le foreste e il loro ecosistema, attraverso la storia esemplare di alcune di loro che ne hanno fatto la loro ragione di vita.
Wangari Maathai: La Signora degli Alberi
Wangari Maathai, la prima donna africana a vincere il Premio Nobel, ha dedicato la sua vita alla causa ambientale e ai diritti delle donne. Fondatrice del Green Belt Movement, un movimento no-profit costituito da donne provenienti da aree rurali, Maathai ha piantato oltre 40 milioni di alberi per combattere il disboscamento in Kenya. Nel 2004, il suo impegno le ha meritato il Nobel per la pace, rendendola la prima africana, la prima keniota e la prima ambientalista a ricevere questo prestigioso riconoscimento. Maathai non solo ha insegnato alle donne a piantare alberi indigeni, ma ha anche combattuto per i diritti delle donne contro il regime di Arap Moi. La sua eredità continua a crescere: 51 milioni di alberi piantati in Kenya e 30.000 donne formate in attività come la silvicoltura e l’apicoltura, garantendo reddito e preservando le risorse e la diversità degli ecosistemi.
L’alleanza delle donne Amazzoniche
Nel 2016, in occasione della Giornata internazionale della donna, è nata l’Alleanza delle Donne Amazzoniche, donne di sette etnie indigene : Kichwa, Sápara, Shiwiar, Shuar, Achuar, Andoa e Waorani.
le donne che difendono l’Amazzonia, finalmente unite, da quel momento hanno iniziato a mobilitarsi insieme in difesa dei loro diritti, delle foreste pluviali e delle generazioni future. Sotto la bandiera delle “Donne difensore dell’Amazzonia contro l’estrazione di risorse naturali” nel 2018 tra marce e proteste hanno denunciato le violazioni dei diritti, l’impatto ambientale dell’estrattivismo e il clima generale di violenza che l’industria ha generato in Amazzonia.
Le donne che difendono l’Amazzonia in Ecuador sono le più numerose e le più battagliere. Ce ne sono moltissime, ne citiamo tre particolarmente determinate:
- Miriam Cisneros, Presidente della regione di Sarayaku dal 2017, è stata la protagonista dello storico confronto faccia a faccia con Moreno. È una tra le più determinate donne che difendono l’Amazzonia.
- Nema Ushigua, la prima presidente donna di nazionalità Sápara, ha ottenuto il riconoscimento del governo per la federazione dei Sápara, un popolo di meno di 500 abitanti di un territorio gravemente minacciato dall’estrattivismo. I Sápara sono riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale.
- Patricia Gualinga, la leader Kichwa nota per la sua partecipazione allo storico processo “Sarayaku contro Ecuador”, in cui la Corte Interamericana dei Diritti Umani si è pronunciata a favore del diritto di consultazione dei Kichwas sui progetti industriali nelle loro terre. Paty Gualinga è portavoce delle popolazioni Amazzoniche in summit internazionali -come la COP 23 in Germania nel 2018- in cui promuove la visione della “Foresta vivente” di Kawsak Sacha. Nel 2019 ha preso parte al Sinodo per l’Amazzonia convocato da Papa Francesco in Vaticano di cui ha curato anche i lavori preparatori ed è stata designata come inviata speciale per il dopo Sinodo[1].
In Italia
In Italia il binomio donne e foreste fa emergere immediatamente e senza ombra di dubbio due nomi: Maria Rita Gallozzi e Alessandra Stefani, che abbiamo intervistato nelle newsletter di settembre 2022 e settembre 2023, che vi invitiamo a rileggere.
Nella Giornata Internazionale della donna, citiamo anche l’impegno di altre due donne italiane che vivono nelle e per le foreste: Forest Paola, (questo il suo nome sui social), dove conta un buon numero di follower. 48 anni, vero nome Paola Barducci, fiorentina trapiantata da oltre vent’anni nella valle dei Mòcheni in Trentino, è una dottoressa forestale e con il marito e una collega (anche loro dottori forestali) opera in uno studio professionale che si occupa di pianificazione forestale e affianca al suo lavoro nei boschi l’impegno divulgativo effettuato attraverso Instagram.
Tiziana Stangoni è una forestale lombarda che lavora ogni giorno nelle nostre foreste e si impegna per la loro valorizzazione e protezione, attraverso una migliore e accurata pianificazione forestale e il rilancio dei territori montani grazie al recupero e alla valorizzazione della cultura e della storia del lavoro nei boschi e delle comunità che attorno ad essi vivono. Un lavoro prezioso e coraggioso portato avanti quotidianamente con la fermezza e la consapevolezza di una donna che ha a cuore il futuro del Pianeta che lasceremo in eredità alle generazioni future.
[1] Fonte: https://www.ildigitale.it/donne-che-difendono-amazzonia-rischiando-vita/