Un ente regionale che si occupa di foreste e ambiente: alla scoperta di IPLA

Per conoscere meglio l’ente regionale piemontese, Fiper ha intervistato Pierpaolo Brenta, dottore forestale dell’Area “Foreste e Biodiversità” di IPLA spa.

IPLA S.p.a., Istituto per le Piante da Legno e Ambiente, è una società controllata da Regione Piemonte, Fondato con Legge istitutiva n. 12/1979, in seguito all’acquisizione dell’Istituto Nazionale per le Piante da Legno “G. Piccarolo” (I.N.P.L.), operativo dal 1954 come centro di ricerca sulle specie arboree a rapida crescita dell’Ente nazionale Cellulosa e carta, complementare all’Istituto per la pioppicoltura di Casale Monferrato.

L’IPLA opera nei settori della sperimentazione, dell’assistenza tecnica al governo del territorio e delle risorse naturali, della gestione, della formazione professionale e della redazione di piani, progetti, inventari e dei monitoraggi ambientali.

L’Istituto opera nei seguenti ambiti:

  • foreste, paesaggio, tutela della biodiversità, formazione professionale forestale
  • sviluppo rurale, tutela del suolo, patologie ambientali
  • filiere del legno, biomasse, energie rinnovabili
  • ciclo di rifiuti.

A supporto dei progetti territoriali, inoltre, l’Istituto si occupa dello sviluppo di prodotti informatici e cartografici (Banche dati, GIS), di attività di telerilevamento, e della realizzazione grafica di prodotti editoriali e multimediali.

L’IPLA è attualmente strutturato in due Aree tecniche:

l’Area “Foreste e Biodiversità” e l’Area “Territorio e Agricoltura” e 3  Servizi “Contabilità, Personale, Segreteria“, “Cartografia, Telerilevamento, ICT” e “Gestione aziende“.

È dotato inoltre di laboratori e strutture in grado di fornire supporto tecnico-scientifico allo studio dei suoli, alla tartuficoltura e funghicoltura, di patologie e parassiti, alla caratterizzazione delle biomasse e dei rifiuti, alla vivaistica forestale.

All’IPLA lavorano 39 dipendenti con diversi profili professionali, affiancati da una rete di collaboratori e professionisti esperti, a copertura di un’ampia tipologia di discipline tecnico-scientifiche, quali: Agronomia, Arboricoltura, Bioenergia, Cartografia, Informatica, Ecologia del paesaggio, Entomologia applicata, Fitopatologia, Fitosociologia, Geo-Botanica, Geologia, Micologia, Pedologia, Pianificazione silvo-pastorale e naturalistica, Selvicoltura, Telerilevamento. La sede comprende un’azienda agro-forestale di 30 ettari, inserita nel Parco naturale e sito Natura 2000 della Collina di Superga il cui corpo centrale, costituito da un parco di notevole valore ambientale, paesaggistico e architettonico, ospita le palazzine destinate a uffici e laboratori. La parte restante della tenuta è occupata da prato-pascoli mantenuti come habitat d’interesse comunitario, arboreti e boschi di latifoglie gestiti secondo i principi della selvicoltura naturalistica, anche per produrre biomassa per risaldamento degli edifici.

2. Qual è secondo IPLA la situazione della filiera bosco-legno-energia in Piemonte? Quanti operatori ci sono, come lavorano e quali difficoltà incontrano?

I dati numerici disponibili a cui possiamo fare riferimento sono:

  • le imprese/operatori e i quantitativi di biomassa forestale utilizzati risultanti dall’Albo delle imprese forestali (https://www.servizi.piemonte.it/srv/taif/) che Regione Piemonte gestisce col contributo di IPLA;
  • le comunicazioni e dei progetti di tagli caricati sugli applicativi di Regione Piemonte dai titolari delle imprese o dai loro tecnici forestali di riferimento;
  • il Catasto impianti termici (CIT), che tuttavia comprende solo una minima parte dei generatori e degli impianti domestici alimentati con biomasse forestali.

I dati del 2023 dell’Albo indicano la presenza di 686 imprese (+ 194 rispetto al 2020), di cui 671 piemontesi (Sezione A) e 15 con sede fuori Regione (Sezione B); il 42% di queste svolge prioritariamente attività di utilizzazione forestale, per sé o conto terzi; il 72% risulta essere una ditta individuale. Le ditte certificate sono il 18% ma in costante crescita; il 67% indica di produrre assortimenti per triturazione ai fini di energetici, o per pannelli o cippato.

Il 52% degli operatori ha seguito almeno un corso di formazione del percorso professionale codificato da Regione Piemonte – IPLA; tutte le imprese soddisfano il requisito di aver seguito, con almeno un dipendente a tempo pieno e continuativo, il corso di formazione previsto per l’iscrizione all’albo.

I dati delle segnalazioni di taglio indicano come in Piemonte, mediamente, ogni anno, vengono presentate 5.500 richieste di taglio, riferite a 4.900 ha di superficie percorsa (su poco meno di 1.000.000 ha), da cui risulterebbero raccolti circa 280.000 m3 di legname utilizzato. Tenendo conto della sottostima delle dichiarazioni e dell’ingente taglio per autoconsumo, non tracciato e che interessa circa il 20% della popolazione regionale, si stima una raccolta complessiva di circa 1 milione di m3, pari a meno di 1/3 di quanto cresce nei boschi accessibili.

I dati del CIT indicano una presenza, sul territorio regionale, di generatori e impianti a biomassa (pellet, tronchetti e cippato) pari a 19.500, ossia il 2% dell’intera popolazione del CIT per tutti i combustibili; Il dato risulta in progressivo aumento, anche grazie agli incentivi per il rinnovo del parco generatori.

Sulla base di questi dati si può indicare come una porzione sempre più significativa delle imprese stia incrementando le proprie competenze professionali, tecnologie e certificazioni per rispondere al meglio alle esigenze del mercato del cippato e della legna da ardere certificata, in alcuni casi relegando a minimi quantitativi o abbandonando il tradizionale mercato della legna da ardere. Si tratta spesso di soggetti giovani, che operano in imprese strutturate e storiche, con maggiore possibilità e sicurezza d’azione. Molte imprese risultano consapevoli delle potenzialità del mercato delle biomasse forestali di qualità, ma manifestano difficoltà e timori nell’affrontare da sole il salto di qualità. Nel complesso si sta registrando un forte dinamismo fra le imprese del settore, anche su sollecitazione delle iniziative e delle incentivazioni della Regione. Un aspetto ancora limitante e non affrontato in modo organico, è la disponibilità di personale qualificato.

3. Quali progetti specifici per la promozione dell’uso della biomassa sta promuovendo IPLA in questo periodo?

L’IPLA è stato recentemente coinvolto nella strutturazione e realizzazione del progetto regionale “Comunicazione per la sostenibilità della filiera bosco-legno-energia”, promosso dal Settore Foreste (https://www.regione.piemonte.it/web/temi/strategia-sviluppo-sostenibile/una-campagna-comunicazione-per-sostenibilita-della-filiera-bosco-legno-energia). Finanziato dal PSR 2014-22, prevede iniziative di comunicazione e di animazione territoriale che IPLA sta coordinando, in collaborazione con AIEL, finalizzate a:

  • diffondere al pubblico, mediante eventi animati da tecnici formati, le conoscenze essenziali per una corretta combustione della biomassa forestale, con particolare attenzione alla legna da ardere, ai parametri che definiscono la qualità e la certificazione della legna, all’importanza, in termini di efficacia di combustione e qualità dei fumi, di una corretta conduzione dell’apparecchio casalingo;

far conoscere, mediante visite a impianti innovativi a cippato, esempi di valorizzazione sostenibile della risorsa forestale replicabili sul territorio regionale, anche grazie agli strumenti di incentivazione economica previsti da Regione Piemonte. Gli eventi sono animati con l’intervento dei diversi attori della filiera, dall’amministrazione ospitante, al progettista, al fornitore dell’impianto, al suo gestore, all’impresa che fornisce la biomassa, fino al fruitore del calore. Le iniziative, gratuite, sono rivolte prioritariamente alle figure operanti nelle zone rurali e montane (operatori forestali, tecnici e amministratori degli enti pubblici, periti, ingegneri, architetti, manutentori, installatori e rivenditori), ma aperte a tutti coloro che vogliono essere informati.

Le diverse attività hanno ricevuto un ottimo riscontro, in particolare perché hanno fatto incontrare figure professionali diverse e fatto conoscere le diverse iniziative che Regione Piemonte sta promuovendo in materia (finanziamenti per la sostituzione dei vecchi apparecchi, bandi per impianti a cippato e per teleriscaldamento efficiente).

Le attività continueranno, almeno nei prossimi 2 anni, con un nuovo progetto di comunicazione, in corso di predisposizione, nell’ambito dell’Intervento “Azioni di Informazione” (SRH04) dello Sviluppo Rurale di Regione Piemonte.

4. Quali sono le prospettive per la produzione di energia da biomassa in Regione Piemonte?

Considerando l’attenzione che Regione sta ponendo all’argomento, mediante l’azione sinergica di più Settori, con competenze differenti (qualità dell’aria, foreste, energia, sviluppo sostenibile), prevedendo da un lato importanti finanziamenti ma anche alzando progressivamente, per ambito territoriale, l’asticella delle prestazioni ambientali ed energetiche degli apparecchi, è chiaro che il settore non può che continuare a crescere per competenze professionali e tecnologie impiegate. Solo così l’impiego delle biomasse forestali per la produzione di energia potrà essere sostenibile ed incrementarsi. Tenendo conto che circa l’80% degli assortimenti ricavabili dai boschi piemontesi è biomassa destinabile alle filiere energetiche o industriali si tratta di una sfida da non perdere.

5. Quali possono essere le sinergie con una realtà come Fiper?

Rappresentando i produttori di energia da biomassa legnosa, le imprese forestali e quelle della filiera bosco-legno-energia e promuovendo il settore della produzione di calore, anche in cogenerazione, da biomasse, Fiper è il soggetto con cui collaborare prioritariamente per aumentare la capacità di condividere, nel breve, tecnologie, conoscenze, strumenti e professionalità.

Questo permetterà di facilitare la ricerca di risposte, soluzioni a chi opera o vuole iniziare a operare nel settore.

Bioenergy Europe sceglie Asiago come best practice europea: il modello di Vi.Energia e Asiago Go Green

Foto di gruppo della visita alla centrale di Asiago. Da sinistra a destra: il direttore di centrale di Vi.Energia, Stefano Allegrini; Gianluca Pugliero, divisione gestione impianti di Elettrostudio per Vi.Energia; Manolis Karampinis di Bioenergy Europe; Vanessa Gallo segretaria generale di Fiper; Alessandro Guercio Business Development & Sales biomass application di Turboden; Mirko Bertotti, energy manager della centrale di Asiago di Elettrostudio per Vi.Energia

Nel mese di ottobre, il Business Development & Membership Director di Bioenergy Europe Manolis Karampinis si è recato ad Asiago per visitare la centrale a biomassa di Vi.Energia, associata Fiper, da lui definita un modello di produzione di energia rinnovabile da portare come esempio all’attenzione dei decisori politici europei.

Fiper ha accompagnato il Dott. Karampinis ad Asiago e ha avuto modo di intervistare il Sindaco, Roberto Rigoni Stern, che ci ha raccontato del progetto “Asiago Go Green” e l’Energy manager di Elettrostudio nonché energy manager di centrale di Vi.Energia Mirko Bertotti, che ha descritto le prospettive future dell’impianto a biomassa e il suo rapporto con il territorio.

Guarda l’intervista al Sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern:

Guarda l’intervista a Mirko Bertotti e Manolis Karampinis:

Viaggio in Friuli

Un breve ma intenso viaggio nel Friuli della filiera bosco-legno-energia, alla scoperta di realtà virtuose e buone pratiche di successo: è quello che ha fatto FIPER nel mese di settembre insieme a Fabio Gallici, associato Fiper e imprenditore della filiera che gestisce insieme al fratello Ivano la Gallici SRL.

Con questo sintetico report, Fiper intende restituire i contenuti delle due giornate, con un breve racconto per parole e immagini, con l’obiettivo di far emergere le questioni più urgenti con le quali ci siamo confrontati, sollecitati dai tanti stimoli dei colloqui avuti con gli attori principali del territorio, gli imprenditori della filiera che ogni giorno si confrontano con le difficoltà e gli ostacoli di un settore che deve fare ancora molta strada per raggiungere gli obiettivi europei al 2030.

PRIMA TAPPA: ZIGNANO POWER

Il primo giorno di tour inizia con la visita alla Zignago Power di Fossalta di Portogruaro, un impianto che produce 49,2 MWt termici e 17 MW elettrici utilizzando esclusivamente materiale vegetale vergine. L’impianto sorge nel 2008 per soddisfare la richiesta energetica della vetreria di proprietà della famiglia Marzotto, ma nel tempo è arrivato anche ad alimentare 150 utenze tra private e pubbliche (come ad esempio l’asilo e la piscina).

Insieme all’Amministratore delegato Andrea Bigai, il Presidente Colli e la Segretaria generale Vanessa Gallo hanno discusso delle modalità per rispettare i criteri di sostenibilità previsti dalla direttiva europea RED II e della necessità di norme e tempi chiari e definiti per la relativa certificazione. Altro tema dibattuto è stato quello dell’approvvigionamento della biomassa a Km zero e dell’importanza del riconoscimento del materiale forestale fuori foresta e urbano all’interno dei criteri di sostenibilità dei materiali residuali ai fini energetici come sottoprodotto o come materiale forestale a tutti gli effetti, per garantire una produzione sostenibile e una filiera corta che crei sviluppo per il territorio.

PALLET E CIPPATO; E UNA RETE DI IMPRESE

La tappa successiva del viaggio è la località di Faedis: qui, Franco Petrigh dirige Relen, un’azienda di produzione di cippato, e l’azienda di produzione di pallet Friul Pallet.

La delegazione di Fiper con Franco Petrigh nel sito Relen-Friul Pallet

 

L’idea di avviare un impianto di teleriscaldamento è nata nel 2012 proprio dalla necessità di essiccare i pallet destinati al commercio trans-oceanico, all’interno del processo di disinfestazione da agenti fito-sanitari potenzialmente dannosi. Da qui si è poi sviluppata una mini rete a servizio di uffici e capannoni e un impianto di cogenerazione per essiccare il cippato. Con il tempo e l’esperienza, dalla semplice produzione per autoconsumo, Petrigh ha allargato la produzione di cippato destinandolo anche alla vendita, curandone la qualità al fine di ottenere un prodotto ideale per le caratteristiche ambientali ed energetiche, certificato in classe A1.

Sia Relen sia Friul Pallet fanno parte di Rete Legno Energia, una rete d’imprese friulane che coprono tutto l’arco della filiera bosco-legno-energia e promuovono l’uso delle biomasse come combustibile ecologico, a Km zero, sostenibile e programmabile, che crea valore e sviluppo per il territorio attraverso il sostegno dell’economia circolare del legno. Dai racconti e dall’esperienza di Franco abbiamo appreso e constatato che esperienze virtuose di produzione energetica green con piccole o medie reti di teleriscaldamento si possono e si dovrebbero incentivare specie nelle molte aree non metanizzate presenti anche in pianura o nella zona pedemontana friulana, che ancora utilizzano le bombole gpl o il gasolio. L’esempio è quello di Povoletto, comune demetanizzato ora fornito da una piccola caldaia cogenerativa a biomasse.

I TLR DEI PICCOLI COMUNI MONTANI FRIULANI

La prima giornata della missione di Fiper in Friuli prosegue con una visita alla ESCO Montagna FVG e un colloquio con il suo direttore Sergio Buzzi.

Il Presidente Colli, la Segretaria generale Vanessa Gallo e Fabio Gallici insieme a Sergio Buzzi, direttore di ESCO Montagna

 

ESCO Montagna è una società interamente pubblica, partecipata dalle Comunità di montagna della Carnia, del Gemonese e del Canal del Ferro – Valcanale, oltre che da 28 Comuni della montagna friulana e ha come obiettivo quello della promozione del risparmio energetico e dell’uso razionale dell’energia. Ad oggi gestisce gli impianti di teleriscaldamento di Arta Terme, Ampezzo, Treppo Ligosullo, Lauco, Verzegnis, Forni Avoltri, Prato Carnico e Socchieve, tutti in provincia di Udine.

In questo incontro sono emerse soprattutto le tematiche relative alle difficoltà, per impianti di piccole dimensioni e di proprietà pubblica, di gestire le sempre maggiori incombenze derivanti dagli obblighi di enti come Gse e Arera, che pesano molto sul lavoro di una dotazione di personale ridotta all’osso. Anche in questo colloquio è emersa con forza la necessità di stimolare, da parte del Governo regionale, la filiera bosco-legno-energia per promuovere il settore all’interno di un contesto territoriale che ha una grande potenzialità da esprimere, ma altrettante difficoltà nel trovare soluzioni per ottimizzare il funzionamento degli impianti (per esempio, la gestione delle ceneri.

INNOVAZIONE E TUTELA AMBIENTALE: LA BEST PRACTICE DI SERVEL MERA

Il viaggio prosegue verso Sutrio, con la visita all’associato Fiper Servel Mera. Qui, in un’azienda che fa della sostenibilità il suo core business, Nicola Cescutti gestisce diversi impianti idroelettrici e fotovoltaici e l’impianto di teleriscaldamento cogenerativo a biomasse di Sutrio (5MW termici e 1 MW elettrico in funzione dal 2015), spiegando che la ricerca di competitività si può e si deve conciliare con un livello sempre più elevato di attenzione all’ambiente, attraverso una politica di innovazione e di crescita economica che utilizzi al meglio le risorse naturali. Quello di Servel Mera è stato tra i primi impianti in Italia ad aumentare la potenza installata nell’ambito della disciplina nazionale dell’”Extra power”.

L’impianto di Servel Mera a Sutrio

La delegazione di Fiper in visita all’impianto di Servel Mera con Nicola Cescutti

A COLLOQUIO CON L’ASSESSORE REGIONALE ALLE FORESTE

La serata si conclude con l’incontro con Mirco Cigliani, presidente di Legno Servizi e rappresentante regionale delle imprese boschive e forestali e l’Assessore regionale alle politiche Agricole e Forestali Stefano Zannier.

Nell’incontro sono stati affrontati temi importantissimi e urgenti che raccontano di una regione che in ambito forestale ed energetico ha potenzialità enormi di crescita e di sviluppo. Il Friuli, con il suo patrimonio di oltre 300mila ettari di boschi e foreste e un patrimonio forestale fuori foresta urbano che supera i 3 milioni di alberi, potrebbe contare su una ricrescita annua di biomassa che supera il milione di metri cubi, quando invece i prelievi boschivi oggi arrivano appena a 250 mila metri cubi (solo un quarto di quest’ultima!). Da ciò deriva che buona parte delle foreste non sono gestite ma abbandonate ad una ricrescita spontanea incontrollata che crea problemi ambientali enormi: il dissesto idrogeologico per le ricrescite su torrenti e fiumi; monoculture di conifere arrivate alla senescenza facilmente attaccabili da fenomeni come tempeste, patogeni o incendi e non più utili all’assorbimento del carbonio. Il tutto nel paradosso di una regione che è fra le maggiori del nord est per consumo di legno vergine, che però proviene per oltre l’80% dall’estero.

I motivi di questa discrasia paradossale sta in vizi e deficienze consolidate che vedono tra le cause principali le difficoltà a creare piani di gestione su aree di multiproprietà; regolamenti forestali che non prevedono,  come invece accade in altre aree europee, i tagli a raso e la “coltivazione turnale del bosco”; le difficoltà burocratiche con vincoli sovrapposti nelle realizzazioni di piste forestali adeguate agli interventi meccanizzati utili oltre che per le utilizzazioni boschive, anche alle difesa e mantenimento del suolo montano; la frammentazione di tante piccole imprese forestali mai riuscite a crescere o a meccanizzarsi in modo adeguato per svolgere grossi interventi.

Sul lato fuori foresta, poi, si rischia di perdere altrettante importantissime filiere: i dati di monitoraggio registrano infatti una produzione annua di oltre 70mila tonnellate di biomasse costituite da tronchi, piante intere e potature ricavate dagli interventi di sviluppo e mantenimento del patrimonio forestale fuori foresta (alberature stradali, corridoi ecologici, alberature al fianco di ferrovie, foreste urbane, alberi di parchi giardini, aree abbandonate ecc.). Un materiale di alta qualità e prezioso in particolare nelle filiere locali energetiche che però manca ancora di una definizione giuridica e di un sistema di tracciabilità certo ed univoco al fine dell’utilizzo secondo i criteri di sostenibilità, costringendo le imprese ad un utilizzo non garantito dalle normative attuali.

GIORNO 2: ADRIAWATT E LA FUTURA RETE DI CERVIGNANO

La seconda e ultima giornata si apre con la visita alla società agricola Adriawatt, alla guida della quale c’è Paolo Moro, che ci ha incontrati in compagnia del figlio che lavora con lui e delle due assessore del comune di Cervignano Barbara Nalon e Carlotta Francovigh.

La delegazione Fiper insieme ai Moro e alle assessore del Comune di Cervignano

La visita all’impianto di Adriawatt

Adriawatt conduce un impianto a cippato che soddisfa le esigenze energetiche dell’azienda ma che è dimensionato per andare ben oltre. In questa visita infatti, il tema più sentito sia dall’interlocutore pubblico sia da quello privato, è stato senza dubbio quello della possibilità di accedere a incentivi, tramite bandi regionali, per la realizzazione della rete di teleriscaldamento che potrebbe servire il comune di Cervignano. Il progetto di estensione della rete a utenze del comune è infatti nei piani a breve termine della società e del Comune stesso, per quanto però sarebbe necessario un sostegno economico per l’avvio dei lavori. L’appello è quindi di nuovo alle autorità competenti perché sostengano fattivamente il comparto per un vero rilancio dell’economia green friulana.

IL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI: QUI SI DECIDONO LE POLITICHE REGIONALI

A questo punto era naturale arrivare a interloquire con i decisori politici di questa splendida regione ricca di acque e foreste. E infatti nel pomeriggio Fiper si è recata a Trieste per incontrare assessori e consiglieri regionali e sottoporre loro le istanze raccolte nel territorio.

Abbiamo incontrato il vicegovernatore Mario Anzil, l’Assessore all’ambiente ed energia Scoccimarro, l’Assessore alle foreste Stefano Zannier, l’Assessora a infrastrutture e trasporti Cristina Amirante. Con tutti costoro, e con alcuni loro collaboratori, abbiamo iniziato ad analizzare i temi più urgenti per il comparto: il riconoscimento del materiale forestale fuori foresta nelle filiere energetiche sostenibili; le ridefinizioni dei sottoprodotti vegetali, anche in virtù della recente mozione congiunta firmata all’unanimità dal Consiglio regionale, che impegna il Governo alla costituzione di un tavolo tecnico regionale con gli attori coinvolti nella manutenzione del patrimonio forestale urbano e a farsi parti attiva con il governo nazionale e con i membri della commissione UE per una riscrittura della direttiva e della norma nazionale; la possibilità di dare vita a bandi non solo per la realizzazione di nuovi impianti ma anche per la realizzazione delle reti; l’importanza di stimolare una gestione sostenibile dei boschi attraverso una strutturata organizzazione dei prelievi, oggi ancora troppo limitati ed un uso a cascata degli stessi; la necessità di fare una corretta e diffusa comunicazione sulla sostenibilità delle biomasse in quanto fonti rinnovabili di energia sostenibile e programmabile a km zero; l’urgenza di un maggiore coordinamento tra i diversi settori del governo regionale che gestiscono parti distinte della filiera bosco-legno-energia per dare vita a sinergie fondamentali atte a cogliere le opportunità del futuro e vincere le sfide ambientali che abbiamo davanti.

Fiper si è detta disponibile a collaborare con gli uffici regionali e a mettere a loro disposizione tutta la propria esperienza e le proprie conoscenze per lavorare insieme al raggiungimento di questi obiettivi, magari all’interno di un tavolo inter-settoriale, replicando e offrendo esperienze positive già in atto in molte altre regioni fra cui Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte.

Il pomeriggio in Consiglio Regionale FVG ci ha permesso di intercettare anche la Consigliera regionale Manuela Celotti, prima firmataria della mozione inerente la gestione dei residui vegetali derivanti dalla manutenzione del verde urbano. Con lei abbiamo concordato di proseguire con il lavoro congiunto e trasversale a tutte le forze politiche che siedono in Consiglio e in Giunta regionale, anche per sensibilizzare le istituzioni nazionali ed europee.

Riunione con l’Assessore regionale Scoccimarro e la dirigente del settore Dott.ssa Caprotti

Fiper davanti al palazzo del Consiglio Regionale con l’Assessore Zannier

 

IL VIAGGIO FINISCE. L’IMPEGNO NO!

La due giorni friulana si è conclusa dunque qui, ma il lavoro è solo all’inizio. Fiper si porta a casa una conoscenza più approfondita di questa terra dalle grandi potenzialità e l’impegno a lavorare sulle questioni aperte con ancor maggior vigore che in passato, impegno che ha già iniziato a perseguire dando seguito ai primi contatti post-missione.

Un sentitissimo ringraziamento va a Fabio Gallici, che con grande passione e tenacia porta avanti le istanze del settore guidato, dall’amore per la sua terra e da una visione del futuro improntata alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare, traguardo raggiungibile e non pura chimera, anche nel suo Friuli.

Un acceleratore di start up: alla scoperta di Le Village

Fiper ha siglato da poche settimane un accordo con Le Village by CA delle Alpi di Sondrio, entrando a far parte dell’ecosistema dell’innovazione, in qualità di abilitatore. Per capire di cosa si tratta, abbiamo intervistato Elena Plos, Direttore di Le Village delle Alpi.

1. Cos’è Le Village? Come nasce, che fini persegue?

Le Village by CA delle Alpi è un acceleratore di innovazione al servizio delle aziende e delle startup, inaugurato lo scorso febbraio a Sondrio presso il complesso di Palazzo Sertoli, che fa parte di una rete internazionale di hub per l’innovazione creata da Crédit Agricole dieci anni fa a Parigi. Da allora, il modello si è diffuso e, attualmente, la rete si compone di 44 Village in tutto il mondo. Questo network supporta complessivamente oltre 1.400 startup e più di 700 aziende partner, creando un ecosistema d’innovazione dinamico e ricco di connessioni.

L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere e stimolare la crescita delle imprese attraverso l’innovazione e la collaborazione, valorizzando le specificità economiche, sociali e culturali del territorio. Al centro l’economia della montagna, declinata in 7 verticali: agroalimentare, turismo, filiera del legno, ciclo dell’acqua, energie rinnovabili, qualità della vita e conversione al biologico.

A pochi mesi dall’avvio fanno parte del network Le Village delle Alpi 14 startup, 12 aziende partner e 31 abilitatori. In Italia, sono attivi 5 Village a Milano, Parma, Padova e Catania, di prossima inaugurazione, oltre a quello delle Alpi.

2. Cosa si intende per acceleratore di startup?

Un acceleratore di startup è un ambiente che fornisce supporto a nuove imprese nella fase di sviluppo, offrendo consulenza, networking, spazi di lavoro, opportunità di business matching e accesso a risorse per crescere rapidamente e raggiungere il mercato in modo efficace. Le Village by CA delle Alpi svolge il ruolo di acceleratore, offrendo alle startup un programma che include mentoring, formazione, supporto nel fundraising, accesso ai mercati internazionali e la possibilità di collaborare con grandi corporate e soggetti istituzionali.

3. Cosa significa entrare a far parte del progetto Le Village? Partner, startup, abilitatori: che ruoli giocano?

Entrare a far parte di Le Village by CA delle Alpi significa unirsi a un network internazionale di innovazione, dove diversi attori collaborano per favorire lo sviluppo economico del territorio mediante l’affermazione di progetti e soluzioni innovative.

Le startup vengono supportate nel loro percorso di crescita attraverso programmi personalizzati di accelerazione del business e hanno accesso a spazi dedicati presso la sede di Sondrio e in tutti i Village della rete.

Le aziende partner partecipano a eventi e iniziative esclusive e collaborano con le startup per sperimentare nuove modalità di lavoro, processi e tecnologie da integrare nel proprio modello di business.

Gli abilitatori apportano conoscenze specialistiche per lo sviluppo di progetti comuni e forniscono servizi specializzati, come consulenza strategica e mentoring, per aiutare le startup a superare le sfide del mercato.

La combinazione di questi ruoli crea un ecosistema dell’innovazione dinamico e interconnesso, capace di generare valore per tutti i partecipanti e per il territorio nel suo complesso. Questo è il senso di Le Village e la ragione della sua denominazione. Un Villaggio aperto alla comunità, con una Piazza luogo di ritrovo e confronto e un Sindaco – che coordina le attività attraverso il motto “Collaborare per innovare”.

4. Che visione ha Le Village dello sviluppo futuro del territorio su cui opera? 

Le Village by CA delle Alpi immagina un futuro in cui il contesto montano possa diventare modello di sviluppo sostenibile, combinando il rispetto delle peculiarità locali con l’innovazione, elemento fondamentale che permette di coniugare competitività con sostenibilità ambientale e sociale. L’hub, focalizzato sull’economia della montagna, con settori chiave come agroalimentare, turismo, filiera del legno, energie rinnovabili, qualità della vita, ha l’obiettivo di promuovere progetti innovativi che valorizzino l’ambiente e migliorino il benessere delle comunità locali, con un impatto positivo a lungo termine sul territorio.

Coerentemente con questa visione, il Village delle Alpi ha scelto di essere società benefit, perseguendo finalità legate al bene comune e di operare in modo responsabile e sostenibile nei confronti di tutti i portatori di interesse.

Consideriamo la montagna un luogo per guardare al futuro da una prospettiva privilegiata, con risorse e potenzialità immense che vogliamo contribuire a valorizzare. 

5. Che ruolo potrebbe giocare la filiera legno nella promozione turistica del territorio?

La filiera del legno ha un potenziale enorme nella promozione turistica del territorio, specialmente in un contesto come quello montano. La cura e lo sfruttamento positivo del bosco sono un presidio per mitigare il rischio idrogeologico e per avere a disposizione un ambiente che possa essere accogliente per i turisti.

L’utilizzo del legno può contribuire a creare infrastrutture turistiche sostenibili, unendo l’autenticità e la tradizione del territorio con l’innovazione e la tecnologia. La valorizzazione del legno locale, delle abilità tecniche e la costruzione di percorsi tematici possono attrarre un turismo consapevole, attento alla sostenibilità, rafforzando l’identità dei territori montani come destinazioni eco-friendly e vocati al benessere.

Le Village by CA delle Alpi supporta progetti in grado di integrare la filiera del legno con l’innovazione, contribuendo a promuovere un modello di sviluppo turistico che rispetta e valorizza le risorse naturali e culturali locali.

E la collaborazione con Fiper, in sinergia con gli operatori del settore del legno, sarà di cruciale importanza nella realizzazione di iniziative concrete. Stay tuned.

Il sito: www.levillagebycadelealpi.it
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/le-village-by-ca-delle-alpi/

6.000 studenti in una scuola sostenibile, riscaldata con energia che viene dal legno

A Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, c’è uno dei più grandi istituti comprensivi d’Europa e proprio qui è in atto una riqualificazione che ha nel suo cuore una nuova centrale di teleriscaldamento a cippato. Ma non solo: l’intervento comprende infatti anche il cappotto a tutti gli edifici, tetti verdi, sostituzione dei corpi illuminanti, pannelli fotovoltaici, stalli per la ricarica delle bici elettriche, panchine intelligenti e 6 nuove aule a tema sostenibilità. Promotore e realizzatore di questo intervento è Carbotermo s.p.a.
 
Paolo Giarda, responsabile energie rinovabili di Carbotermo, ci ha raccontato i dettagli di questo intervento. Guarda la video intervista

Lettera aperta ai candidati europei: serve una politica UE per le foreste!

Fiper sottoscrive la lettera aperta proposta da UNCEM per i candidati alle prossime elezioni europei, una lettera che riassume tutto il lavoro e l’impegno che FIPER ha profuso negli ultimi anni per promuovere una sensibilizzazione politica sull’importanza che ci siano presto in Europa (e in Italia) una visione chiara e una legislazione coerente sulle foreste. Conoscere, mappare, pianificare, gestire, promuovere, proteggere, valorizzare le foreste: per farlo serve un’Europa che guidi un nuovo approccio sistemico verso questa grande risorsa troppo spesso dimenticata o marginalizzata dai policy makers.

Leggi la lettera aperta

Michele Colli è il nuovo Presidente di FIPER

Michele Colli, classe 1975, è stato eletto all’unanimità nuovo Presidente di FIPER nell’assemblea dei partecipanti dello scorso 11 aprile. Direttore tecnico di SEM (Società Elettrica in Morbegno), si è formato all’estero e ha scelto di tornare in Italia per perseguire obiettivi di efficienza, innovazione e sinergia con il territorio. Lo abbiamo intervistato negli uffici di Morbegno.

Relazione annuale FIPER 2023

Si è svolta a Padova l’assemblea annuale di Fiper e quest’anno aveva all’ordine del giorno anche il rinnovo delle cariche, che ha visto l’elezione del nuovo Presidente Michele Colli. Ecco la relazione annuale 2023 del Presidente uscente Righini:

Buongiorno e benvenuti, cari Associati, anzi, ora cari Partecipanti!

Questo è infatti il nuovo nome con cui vengono qualificati per Statuto gli aderenti a FIPER da quando si è passati da semplice associazione a Fondazione di Partecipazione Ets (Ente Terzo Settore).

Con questa scelta FIPER Ets è entrata a pieno titolo da settembre 2023, attraverso la registrazione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS), nel regime degli enti del terzo settore.

Lo statuto di FIPER precedentemente in vigore, approvato alla costituzione in data 23/3/2001 e successivamente aggiornato il 29/3/2009, ha reso possibile l’effettuazione dell’operazione di “trasformazione” la quale produrrà gli effetti di cui all’articolo 2498 del Codice civile: la fondazione conserverà diritti ed obblighi già esistenti e proseguirà in tutti i rapporti, anche processuali, dell’associazione non riconosciuta.

L’iscrizione al RUNTS consente di acquisire la qualifica di Ente del Terzo Settore (ETS) e di beneficiare di agevolazioni, anche di natura fiscale, di accedere al 5 per mille, di avere accesso a contributi pubblici o di stipulare convenzioni con le pubbliche amministrazioni.

Inoltre, l’iscrizione al RUNTS consente di acquisire la personalità giuridica in maniera più snella. In sostanza, i vantaggi più concreti riservati agli ETS riguardano l’aspetto fiscale, in quanto gli enti che non aderiscono saranno assoggettati alla normativa sulle imposte sui redditi, quali enti non commerciali.

Si aggiunga poi che la normativa degli ETS prevede l’emissione di titoli di solidarietà, quali strumenti utili per il finanziamento di attività degli ETS e possono essere fonte di importanti donazioni da parte delle banche che emettono i titoli. Infine, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore diventerà lo strumento di conoscenza degli Enti non Profit.

Alla luce di questo scenario, stante anche l’espresso riconoscimento, operato dal legislatore con l’introduzione dell’art. 42-bis c.c., della possibilità per gli Enti Non Profit di effettuare operazioni straordinarie quali la trasformazione, la fusione o la scissione, la soluzione che è parsa più idonea è stata quella di trasformare FIPER da Associazione non riconosciuta in Fondazione di partecipazione.

Quindi, come detto, la Fondazione non si “distaccherà” definitivamente dalla storica base associativa, che continuerà a controllare e partecipare al perseguimento dello scopo mediante la nomina del Presidente e dei componenti dell’organo amministrativo da parte dei   “Partecipanti”, definendo di fatto le linee di azione da seguire in vista dell’attuazione dello scopo.

In questa forma giuridica l’elemento patrimoniale risulta in ogni caso essenziale: l’ente sorge solo se sussiste il Fondo di dotazione e questo aspetto differenzia la Fondazione da ogni altro istituto di tipo associativo. La fondazione è caratterizzata infine, come in precedenza, da assenza di scopo di lucro.

In contemporanea abbiamo messo in liquidazione il “Consorzio di acquisto FIPER”, eliminando i relativi costi gestionali; le relative incombenze potranno ora essere svolte direttamente da FIPER Ets.

Purtroppo, anche il 2023, dopo l’anno della pandemia e dopo l’anno dello scoppio della guerra russa in Ucraina, ha visto a fine anno i gravi e proditori attentati subiti dalla popolazione di Israele con oltre 1000 morti e con la immediata ed altrettanto pesante reazione, tutt’ora in corso, nei confronti della popolazione palestinese con oltre 30.000 morti.

Questa volta però le conseguenze per noi e nel nostro settore non hanno provocato impennate di prezzi ma anzi nel settore energetico i prezzi delle fonti fossili sono tornate pressoché al 2020, mentre stanno ora aumentando i costi delle biomasse.

 

TARIFFE TELERISCALDAMENTO

Come tutti ben sapete, dopo il significativo incremento dei prezzi del teleriscaldamento registrato a partire dall’ultimo trimestre 2021, per le motivazioni già citate, su mandato del governo, ARERA aveva avviato un’indagine conoscitiva al fine di valutare la congruità a livello nazionale dei prezzi applicati dal servizio di teleriscaldamento.

A seguito chiusura di detta indagine, (Doc. 547/2022 del 02/11/2022) sono emerse criticità all’equità dei prezzi applicati soprattutto nelle reti delle grandi città con utilizzo in particolare di fonti fossili, in primis gas metano.

Di contro, riguardo agli impianti a biomassa da noi gestiti, veniva riportato nell’allegato “A” del documento citato il seguente riscontro: “nelle reti alimentate da impianti a biomassa non ci sono stati impatti significativi dall’incremento della quotazione del gas naturale né sui costi né sui ricavi poiché in questi casi il prezzo, salvo rarissime eccezioni, è definito sulla base dei costi sostenuti per la gestione del servizio ed inoltre veniva ancor meglio specificato ”le reti alimentate a biomassa operano tipicamente in valli montane o aree rurali, spesso non metanizzate: in tali contesti gli operatori per prassi non scelgono il metodo del costo evitato né indicizzano il prezzo al gas”.

Ciò nonostante, ARERA, pur dopo varie relazioni e osservazioni da noi presentate e dopo vari incontri con i suoi rappresentanti a cui è stata dichiarata la nostra massima disponibilità a collaborare, ha adottato la delibera del 28/12/2023 di: “Approvazione del metodo tariffario del teleriscaldamento per il periodo transitorio 1° gennaio 2024 – 31 dicembre 2024, e di avviare ulteriori indagini per la regolamentazione della tariffa dal 1° gennaio 2025.”

Preso purtroppo atto di questo provvedimento che penalizza in molteplici versi gli impianti a biomassa da noi gestiti, che di fatto, come riscontrato dalla stessa ARERA, non solo non avevano praticato aumenti legati al prezzo del gas ma in molti casi avevano ridotto le tariffe stesse, l’unica via a tutela delle nostre posizioni è rimasto il ricorso al Tar della Lombardia.

Il ricorso è stato presentato da quattro nostri associati con intervento ad adiuvandum di FIPER Ets.

La prima udienza si è tenuta in data 20 marzo c.a. con convocazione della prossima udienza di merito al 2 ottobre 2024 previa precedente presentazione di perizie, memorie e repliche delle parti interessate.

Nella stessa data, FIPER Ets è stata convocata da ARERA per iniziare l’esame degli orientamenti per la definizione del metodo tariffario del servizio teleriscaldamento da applicare dal 1° gennaio 2025.

ULTIMAZIONE PROGETTI

Nel corso dell’anno sono giunti al termine due importanti progetti di durata triennale di cui FIPER è stata partner.

In particolare:

  • il progetto europeo con la partecipazione di Spagna, Grecia, Polonia e Italia con finanziamento europeo denominato “BeCOOP”, ha permesso a FIPER di valutare il potenziale di sviluppo di una “comunità dell’energia termica” impiegando biomasse legnose locali attraverso il coinvolgimento dei Comuni di Tovo S. Agata, Mazzo e Lovero in Valtellina in collaborazione con il Politecnico di Milano nella persona della Prof.ssa Ing. Paola Caputo che ringraziamo;
  • il secondo di carattere regionale, “progetto USEFOL”, finanziato da Regione Lombardia, realizzato con le Università di Milano e di Torino con l’obiettivo di identificare modalità innovative per la gestione forestale sostenibile e il calcolo del carbon sink.

Entrambi sono stati per FIPER motivo di crescita sia a livello nazionale che internazionale ed hanno anche rappresentato l’occasione di realizzare campagne di sensibilizzazione sui risultati dei progetti che coinvolgessero il largo pubblico, in particolare il target giovani e famiglie.

A tal fine, Usefol ha prodotto un video divulgativo denominato “La scrivania di larice” in collaborazione con “Compagnia delle Foreste” e la scuola di  “Teatro Pedonale”.  Video apprezzato e tradotto poi in inglese e veicolato a livello europeo attraverso Bioenergy EU.

Ritengo importante ed utile, pure per il futuro, ricercare la partecipazione a nuovi progetti Europei in considerazione anche della nuova veste che FIPER Ets verrà a rivestire. 

P.N.R.R.

A gennaio 2023, a seguito dell’esito positivo della misura M2C3 – investimento 3.1 “promozione di sistemi di teleriscaldamento efficiente” del PNRR, FIPER ha inviato richiesta al ministro Picchetto Fratin di identificare nuove risorse da allocare alla misura per poter finanziare i 60 progetti ammessi al Bando ma non finanziabili per mancanza di risorse. La misura del P.N.R.R. ,infatti, prevedeva un’allocazione di 200 milioni di euro a fronte di una richiesta di contributo di circa 556 milioni di euro.

A maggio abbiamo appreso, dalle interlocuzioni avviate con la Direzione Efficienza Energetica del MASE, che la Commissione Europea, chiamata a notificare le misure del P.N.R.R., non ha riconosciuto i progetti di teleriscaldamento efficiente ammessi al Bando alimentati da fonti fossili.

Anche la Corte dei conti, nell’analisi delle graduatorie predisposte dal Ministero, aveva così osservato :” in particolare lo sviluppo di un teleriscaldamento efficiente non deve utilizzare combustibili fossili quale fonte di calore, ma basarsi soltanto sulla distribuzione del calore generato da fonti rinnovabili, da calore di scarto o cogenerato in impianto ad alte prestazioni.”

Fiper ha proposto quindi richiesta alla Viceministra Gava, per sollecitare il Ministero dalla stessa partecipato, di selezionare i progetti “TLR FER” ammessi in graduatoria ma non finanziati per mancanza di risorse, ed indire nuovo Bando in tempi rapidi per permettere di rispettare i tempi di scadenza previsti dal P.N.R.R..

Nel mese di ottobre il MASE ha provveduto alla revisione degli elenchi e delle graduatorie dei progetti ritenuti ammissibili e finanziabili alla luce delle indicazioni fornite dalla medesima Commissione Europea con la Decisione esecutiva n. 6641 del 29 settembre 2023. Tale revisione ha comportato l’esclusione dalle graduatorie di 15 progetti già ritenuti finanziabili con nuova disponibilità di risorse per circa 106 milioni di euro.

Lo scorrimento delle graduatorie già approvate ha portato al finanziamento di ulteriori 26 progetti, per un importo complessivo pari a circa 67 mln di euro, residuando quindi risorse per circa 38 mln di euro, in relazione ai quali l’Amministrazione avrebbe valutato la possibilità di procedere all’emissione di un nuovo avviso pubblico.

L’interlocuzione con il MASE è continuata nel corso dell’autunno; a novembre la DG Efficienza ci comunicava che entro il 31 dicembre 2023 sarebbe stato redatto il decreto direttoriale per la riallocazione delle risorse ai progetti di teleriscaldamento a fonti rinnovabili. Il 18 dicembre 2023 è stato pubblicato nuovo decreto direttoriale n.00085 del MASE in cui sono state modificate le graduatorie e ammessi e finanziati i progetti di TLR a fonti rinnovabili, tra cui alcuni presentati da nostri associati.

CAMPAGNA FIPER PRO UCRAINA

Come ricorderete nel corso dell’assemblea annuale dello scorso anno, tenutasi a Bolzano, venne deciso a chi donare quanto raccolto da FIPER a favore dei bambini ucraini.

 Nel mese di maggio FIPER ha consegnato all’Associazione Soleterre 13.500 euro derivanti dalla raccolta fondi effettuata presso gli associati per il progetto “Unbroken kids” per contribuire alla realizzazione di un centro di riabilitazione fisica e psicologica per i bambini con traumi e ferite derivanti dalla guerra in Ucraina presso l’Ospedale Saint Nicholas di Leopoli.

L’incontro è stato un momento di forte commozione; abbiamo appreso direttamente dalla Direttrice dell’ospedale collegata via web e dal dott. Brambilla, che segue costantemente e di persona i bambini ricoverati e attraverso la testimonianza di bambini e ragazzi vittime del conflitto in atto, gli effetti devastanti e atroci di questa guerra.

ATTIVITA’  DI LOBBY

A livello Europeo, l’apporto di FIPER Ets, seguito in particolare dalla nostra Dott.ssa Gallo, in coordinamento con le altre associazioni aderenti a Bioenergy EU è stato fondamentale per la revisione della definizione di biomassa primaria inserita nella RED 3 e la delega agli Stati Membri per la messa in atto delle Strategie forestali Nazionali.

Il traguardo della RED è ambizioso: le rinnovabili dovranno raggiungere il 45% dei consumi finali di energia al 2030, contro l’attuale traguardo del 32%.

FIPER Ets è impegnata nel monitorare e fornire il proprio contributo nelle consultazioni relative al recepimento della Direttiva RED 3 e agli ultimi provvedimenti afferenti alla RED 2 tra cui l’introduzione delle garanzie d’origine termiche, la revisione dei target del PNIEC, la definizione dei prezzi minimi per l’energia e il FER 2.

Riguardo alle garanzie d’origine termiche, il MASE ha avviato la consultazione fino al 15 gennaio 2024 con l’obiettivo di incrementare l’energia termica rinnovabile. Una grande opportunità per il teleriscaldamento rinnovabile e in particolare a biomassa.

Tra le novità dell’ultima parte del 2023, è da segnalare la partecipazione di FIPER Ets al Cluster legno del MASAF, a cui partecipano fra altri CNR, diverse Università italiane, Aiel, Federlegno, PEFC ed il cui lavoro è già iniziato sulla gestione e manutenzione della foresta urbana sotto la Presidenza del Dott .Davide Petennella presente domani al Convegno.

“Fare sistema insieme!” è la sfida del cluster portavoce degli stakeholder attivi dell’economia del legno e della promozione del made in Italy ad essa correlata.

In ultimo, ma non di meno importanza, FIPER Ets ha sostenuto la stesura e la diffusione ancora in atto di due Manifesti fondamentali: il Manifesto delle bioenergie redatto da Bioenergy Europe in previsione delle prossime elezioni europee (del quale parleremo domani all’Orto Botanico) e il Manifesto per una selvicoltura più vicina alla natura promosso dalla rivista Sherwood.  

Sono due documenti che hanno l’intento di promuovere una più diffusa cultura sulla filiera bosco-legno-energia e sensibilizzare i decisori politici sull’importanza strategica di investire sull’economia del legno.

Vi informiamo infine che, come da incontri recentemente avuti, sia Regione Lombardia che Regione Piemonte stanno definendo criteri e modalità per proporre, entro la veniente stagione estiva,   bandi di finanziamento per nuovi impianti di teleriscaldamento a biomassa ed ampliamento reti esistenti. La provincia di Bolzano ha già invece approvato a fine 2023 delibera di: Approvazione dei criteri per la concessione di contributi per l’incentivazione dell’ampliamento degli impianti di produzione di sistemi di teleriscaldamento esistenti.

Allo stesso tempo, anche il GSE ha predisposto un documento di consultazione pubblica denominato:” Aggiornamento della disciplina per l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili- Conto termico 3.0” a cui dovremo far pervenire le nostre osservazioni.

Mi pare che, dopo un periodo di calma piatta, per i partecipanti FIPER Ets si stiano aprendo nuovi spazi di sviluppo che ritengo opportuno non trascurare ma utilizzare questo lasso di tempo per predisporre eventuali richieste di nuovi finanziamenti.

 

SALUTI

Concludo questa mia ultima relazione all’assemblea  annuale di FIPER Ets, dopo ben 23 anni di Presidenza, iniziata nel lontano 2001 con gli allora “giovani amici”  Pietro Giorgio per la Società SEA di Aosta, Carlo Betta  di Bioenergia Fiemme, Carlo Enrico Roggiero di Ecotermica Piemontese, Enrico Poma di Calore Verde con il Sindaco di Ormea Giorgio Ferraris ed il sottoscritto per la società TCVVV della Valtellina.

Partiti in sordina con sei impianti di teleriscaldamento, il primo grosso problema che dovemmo affrontare e risolvere fu il recupero del “credito d’imposta” che le nostre società andavano a maturare ma che a livello di ministero nessuno sapeva ai tempi come gestire.

A seguito alla risoluzione di questo gravoso problema, a fine 2003, grazie anche alla collaborazione con l’amico Giacomo Frenademetz di La Villa, che aveva seguito sin dall’inizio la costituzione dell’associazione, il Consorzio Biomassa Alto Adige, di cui anche allora il Presidente era Hanspeter Fuchs,  decise di aderire a FIPER con tutti i suoi associati.

Da allora FIPER ha continuato via via ad allargare la propria base associativa sia con l’adesione di piccoli impianti sia anche con società di importanza a livello regionale e/o nazionale. In seguito, è stata decisa la partecipazione a FIPER anche ad operatori di filiera al fine di permettere ed agevolare l’incontro fra i produttori e i consumatori di biomassa.

Ad oggi FIPER Ets supera la quota “100”  fra impianti di teleriscaldamento ed operatori di filiera associati. Sono stati lunghi anni di intenso ed impegnativo lavoro che hanno però portato, pur superando notevoli ostacoli che al tempo parevano insormontabili, e nel rispetto dei rispettivi ruoli, ai risultati ed ai buoni rapporti con le istituzioni e altre associazioni.

Colgo pertanto in queste circostanza, con un po’ di commozione e di emozione, e sicuramente in seguito con nostalgia, l’occasione per porgere i più sentiti ringraziamenti al Vicepresidente Hanspeter Fuchs, a tutti i consiglieri dell’attuale cda, a tutti gli Associati ed ai collaboratori, i miei più sentiti ringraziamenti per il sostegno prestatomi e per la grande fiducia accordatami in tutti questi anni.

La vostra importante e sempre leale collaborazione ha permesso a FIPER Ets il raggiungimento dei risultati di cui accennato.

Desidero infine augurare al nuovo Presidente ed al nuovo cda, i miei migliori auguri per il futuro di FIPER Ets, non facendo mai mancare, in caso di necessità, il mio supporto e la mia vicinanza.

Guarda il video di 23 anni di Fiper:

Manifesto per una selvicoltura più vicina alla Natura

Il 21 marzo è la giornata internazionale delle foreste e FIPER ha voluto dedicare una newsletter speciale a questa giornata, promuovendo la diffusione del “Manifesto per una selvicoltura più vicina alla Natura”. Ce ne parla Paolo Mori, di Compagnia delle Foreste.

1. Che cos’è Sherwood e di cosa si occupa?

Sherwood – Foreste ed Alberi Oggi nel 1995 era solo un periodico cartaceo di informazione forestale prodotto da Compagnia delle Foreste. Con il passare degli anni però il sistema di informazione, aggiornamento e comunicazione intorno alla rivista si è molto diversificato, al punto che oggi può essere considerato una sorta di “ecosistema multimediale”. I vari prodotti che sono stati sviluppati attorno alla rivista, infatti, comunicano tra di loro e con la rivista stessa, creando scambi e sinergie che rendono Sherwood un sistema capace di usare la carta, il digitale e la comunicazione personale, intrecciando articoli cartacei, newsletter, sito web, video, podcast, seminari, convegni, social, webinar e altro ancora.

I temi che trattiamo si riferiscono a tutto ciò che concerne alberi e foreste; non tanto e non solo per quanto riguarda la loro conoscenza scientifica, ma anche per le tecniche e le strategie di gestione che la specie umana può mettere in campo per trarne beneficio per le generazioni presenti e future.

2. Quando e perché nasce l’esigenza di un Manifesto per una selvicoltura più vicina alla natura?

Negli ultimi anni in Italia sono stati fatti molti passi in avanti nei campi della governance, della normativa, della raccolta dati, della comunicazione, dell’associazionismo e dello sviluppo di filiere nazionali del legno. Manca tuttavia un adeguamento dell’operatività quotidiana. Si percepisce una notevole distanza tra “selvicoltura predicata” nei documenti internazionali e nazionali, nei risultati delle attività di ricerca così come nelle pratiche innovative testate e proposte attraverso progetti europei e “selvicoltura praticata” nella gestione ordinaria del patrimonio forestale.

Non è una novità di questi anni il ritardo della selvicoltura praticata rispetto a quella predicata. È normale che tra la conoscenza più avanzata e quella che poi viene tradotta in azioni sul territorio ci sia una certa distanza. Il fatto che ci ha spinto a produrre il Manifesto è la diffusa mancanza di una cultura dell’aggiornamento costante degli attori della gestione forestale. Senza un sistema che promuova e si organizzi per un costante aggiornamento culturale, l’operatività non ha la capacità di recepire l’innovazione, trasformarla in possibilità di agire e quindi di adattarsi ai nuovi bisogni delle persone, delle associazioni, delle imprese e… ai nuovi scenari climatici e ambientali.

La selvicoltura che viene praticata nel patrimonio forestale italiano non dipende da una sola categoria di operatori, ma da un ampio insieme di soggetti che devono lavorare insieme; ognuno con il proprio ruolo e le proprie competenze. Si parte da chi forma tecnici e operatori per passare ai legislatori, ai tecnici pubblici, ai liberi professionisti, agli imprenditori, agli addetti al controllo fino a chi si occupa di monitoraggio, informazione e comunicazione. Tutti devono avere la cultura dell’aggiornamento e la capacità di tradurla in scelte coerenti e consapevoli, finalizzate a soddisfare, con il minor impatto possibile sull’ambiente, le esigenze di ogni categoria di persone. Se anche una sola categoria non si aggiorna culturalmente, tutte le altre ne subiranno le conseguenze e il sistema non sarà in grado di progredire.

Partendo da queste considerazioni e prendendo spunto dall’invito dell’Unione Europea ad applicare le Linee Guida per una gestione forestale “più vicina alla Natura”, si è proposto un Manifesto che indica 10 ambiti in cui è necessario intervenire culturalmente per avere, come conseguenza, una selvicoltura praticata quanto più possibile vicina sia alle nuove conoscenze acquisite, sia alle nuove esigenze espresse dalla società.

3. Come si è evoluta la selvicoltura in Italia dal dopoguerra ad oggi?

Questo è un tema troppo ampio per riuscire a rispondere esaurientemente con la sintesi che richiede un’intervista. Quello che si può affermare è che c’è sicuramente stata un’evoluzione; più in area alpina che in area appenninica. L’evoluzione però è stata generalmente modesta e, se si escludono poche regioni un po’ più avanzate, è stata molto più lenta di quanto invece sia stata rapida la richiesta di nuovi servizi da parte della società che si rivolge al bosco per soddisfare proprie esigenze materiali e/o immateriali. Gli studiosi e i tecnici che hanno redatto i documenti internazionali e nazionali di indirizzo della gestione del bosco hanno recepito il mutare delle condizioni socio-economiche in atto. Chi opera sul territorio però, spesso, non ha gli strumenti normativi, tecnici o finanziari per adeguarsi in tempi sufficientemente rapidi. Ecco perché serve stimolare l’attenzione sullo scollamento tra selvicoltura “predicata” e selvicoltura “praticata”.

4. Il Manifesto parla di una nuova selvi-cultura. Cosa dovrebbe cambiare in Italia per fare un passo avanti nella direzione auspicata dalla Commissione Europea?

Il Consiglio Editoriale e la Redazione della rivista “Sherwood – Foreste ed Alberi oggi”, così come i 21 importanti soggetti del mondo forestale e ambientale che hanno sottoscritto il Manifesto, hanno ritenuto che, per promuovere una gestione forestale “più vicina alla Natura”, innovativa e capace di generare servizi ecosistemici impattando il meno possibile su habitat, specie, suolo e paesaggio, occorra incrementare la qualità degli interventi selvicolturali, e per ottenere ciò dovranno crescere le conoscenze e le sensibilità di tutti gli attori che operano in questo ambito specifico. In altri termini se si è veramente determinati ad avvicinarsi a tali obiettivi, anche nella pratica e non solo nei documenti d’intenti, è necessario avere più “selvi-CULTURA”. Solo dopo sarà possibile agire con coerenza e, auspicabilmente, in sinergia, per modificare norme, procedure, competenze, operatività e controllo, così da avvicinare ciò che si auspica a ciò che realmente si fa sul territorio.

5. Quali sono i punti più importanti del Manifesto?

Il manifesto individua 10 ambiti in cui dovrebbero esserci dei cambiamenti affinché la distanza tra selvicoltura “predicata” e selvicoltura “praticata” sono:

La ricerca in selvicoltura e gestione forestale per le quali l’Italia investe poco e quel poco in lavori specifici, locali e di breve durata, mentre mancano studi ampi e di lungo periodo.

La pianificazione che dall’ultimo Rapporto sullo stato delle Foreste italiano (RaF Italia 2017-2018) risulta effettuata solo sul 18% della superficie nazionale e non sempre applicata.

La progettazione degli interventi in bosco che in una consistente parte delle foreste, soprattutto appenniniche, è lasciata in mano alle sole imprese boschive invece che affidata a tecnici forestali.

La normativa di Regioni e Province Autonome che, oltre a recepire e incentivare ciò che è auspicato nel punto precedente, è necessario sia capace di recepire le mutate esigenze socio-economiche così come le innovazioni portate dalla ricerca e dalla sperimentazione.

La formazione dei tecnici, che dovrebbe non solo recepire e trasferire agli studenti tutte le più recenti innovazioni in questa materia, avvalendosi anche di collaborazioni con esponenti del mondo professionale, ma dovrebbe continuare con un regolare aggiornamento nell’arco di tutta la vita lavorativa. 

La politica nazionale e locale, che può sostenere una selvicoltura più vicina alla Natura attraverso finanziamenti, sgravi e aiuti mirati, per permettere di realizzare gli interventi selvicolturali necessari anche laddove la redditività è bassa o nulla.

Le filiere dei prodotti e dei servizi ecosistemici, che possono sostenere una selvicoltura più vicina alla natura sia attraverso la valorizzazione degli assortimenti legnosi più adatti alla produzione di manufatti durevoli, in una logica di “approccio s cascata”, sia attraverso lo sviluppo di nuovi e più ampi mercati per i servizi che il mercato è disposto a pagare.

Il controllo che, per nuove forme di gestione più vicina alla natura, ha la necessità aggiornarsi periodicamente, in modo da evitare un approccio unicamente repressivo e rigidamente ancorato alle forme tradizionali e da avvicinarsi anche a forme di accompagnamento degli addetti ai lavori verso interventi selvicolturali più in linea con le innovazioni prodotte da ricerca e sperimentazione.

Le imprese e gli operatori forestali per i quali, dopo il progetto nazionale For-Italy, incentrato soprattutto su sicurezza e operatività. occorre continuare a investire in una formazione che punti anche a far conoscere il valore ecologico, sociale e culturale dei boschi, ill funzionamento delle filiere forestali e quello dei servizi ecosistemici, così come le normative di riferimento.

La comunicazione per la quale la selvicoltura deve entrare sempre più spesso all’interno di una nuova narrazione del bosco, lontana da stereotipi e inutili retoriche, ma piuttosto in un’ottica di sostenibilità ecologica, sociale, economica e di mitigazione e adattamento alla crisi climatica.    

6. Il Manifesto è stato sottoscritto da diverse realtà del settore. Ora cosa succede? Quale percorso e quale strategia avete immaginato per diffonderne i contenuti e farli diventare realtà?

Ci aspettiamo che la condivisione da parte di tanti soggetti importanti li veda partecipi e impegnati a diffonderlo verso i propri referenti e i soggetti che hanno realmente la possibilità di cambiare anche solo una piccola parte di quanto auspicato nel Manifesto. Dal 21 di marzo, giornata mondiale delle foreste, sarà reso pubblico e aperto non solo ad eventuali altre sottoscrizioni, ma anche a correzioni e integrazioni che valuteremo assieme a tutti i sottoscrittori.

Contiamo entro giugno di chiudere questa fase e di invitare chi condivide il manifesto a passare dalla sottoscrizione a all’“adozione”. In altre parole, vorremmo che ognuno, per la sue parte, si impegnasse a dare seguito ad almeno uno dei 10 punti di cui è composto il Manifesto. Noi di Compagnia delle Foreste, attraverso tutto l’ecosistema di strumenti media connessi a “Sherwood – Foreste ed Alberi Oggi” ci impegneremo sicuramente a sviluppare il punto sulla comunicazione, cercando la collaborazione e la sinergia con quanti si occupano di questo tema.

Non ci aspettiamo cambiamenti rapidi, ma con la pazienza di chi gestisce gli ecosistemi forestali, lavoreremo per un lento ma costante avvicinamento delle pratiche selvicolturali, e più in generale della gestione forestale, alle dinamiche naturali.

Per consultare il Manifesto:

Donne che amano e proteggono le foreste

Nel vasto teatro della lotta contro la deforestazione e per la preservazione del nostro pianeta, le donne sono sempre più protagoniste. Attraverso il loro impegno, coraggio e dedizione, stanno cambiando il mondo, un albero alla volta, nelle diverse regioni del globo intero e in Italia.

Donne e foreste è un binomio che sempre più spesso va a braccetto: se una volta si pensava che il settore forestale fosse “cosa da maschi”, oggi molte condizioni sono cambiate e sono tanti gli ambiti nei quali si sta affermando la presenza femminile.

In occasione della Giornata Internazionale della donna, FIPER intende rendere omaggio a tutte le donne che proteggono le foreste e il loro ecosistema, attraverso la storia esemplare di alcune di loro che ne hanno fatto la loro ragione di vita.

Wangari Maathai: La Signora degli Alberi

Wangari Maathai, la prima donna africana a vincere il Premio Nobel, ha dedicato la sua vita alla causa ambientale e ai diritti delle donne. Fondatrice del Green Belt Movement, un movimento no-profit costituito da donne provenienti da aree rurali, Maathai ha piantato oltre 40 milioni di alberi per combattere il disboscamento in Kenya. Nel 2004, il suo impegno le ha meritato il Nobel per la pace, rendendola la prima africana, la prima keniota e la prima ambientalista a ricevere questo prestigioso riconoscimento. Maathai non solo ha insegnato alle donne a piantare alberi indigeni, ma ha anche combattuto per i diritti delle donne contro il regime di Arap Moi. La sua eredità continua a crescere: 51 milioni di alberi piantati in Kenya e 30.000 donne formate in attività come la silvicoltura e l’apicoltura, garantendo reddito e preservando le risorse e la diversità degli ecosistemi.

L’alleanza delle donne Amazzoniche

Nel 2016, in occasione della Giornata internazionale della donna, è nata l’Alleanza delle Donne Amazzoniche, donne di sette etnie indigene : Kichwa, Sápara, Shiwiar, Shuar, Achuar, Andoa e Waorani. 

le donne che difendono l’Amazzonia, finalmente unite, da quel momento hanno iniziato a mobilitarsi insieme in difesa dei loro diritti, delle foreste pluviali e delle generazioni future. Sotto la bandiera delle “Donne difensore dell’Amazzonia contro l’estrazione di risorse naturali” nel 2018 tra marce e proteste hanno denunciato le violazioni dei diritti, l’impatto ambientale dell’estrattivismo e il clima generale di violenza che l’industria ha generato in Amazzonia.

Le donne che difendono l’Amazzonia in Ecuador sono le più numerose e le più battagliere. Ce ne sono moltissime, ne citiamo tre particolarmente determinate:

  • Miriam Cisneros, Presidente della regione di Sarayaku dal 2017, è stata la protagonista dello storico confronto faccia a faccia con Moreno. È una tra le più determinate donne che difendono l’Amazzonia.
  • Nema Ushigua, la prima presidente donna di nazionalità Sápara, ha ottenuto il riconoscimento del governo per la federazione dei Sápara, un popolo di meno di 500 abitanti di un territorio gravemente minacciato dall’estrattivismo. I Sápara sono riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio Culturale Immateriale.
  • Patricia Gualinga, la leader Kichwa nota per la sua partecipazione allo storico processo “Sarayaku contro Ecuador”, in cui la Corte Interamericana dei Diritti Umani si è pronunciata a favore del diritto di consultazione dei Kichwas sui progetti industriali nelle loro terre. Paty Gualinga è portavoce delle popolazioni Amazzoniche in summit internazionali -come la COP 23 in Germania nel 2018- in cui promuove la visione della “Foresta vivente” di Kawsak Sacha. Nel 2019 ha preso parte al Sinodo per l’Amazzonia convocato da Papa Francesco in Vaticano di cui ha curato anche i lavori preparatori ed è stata designata come inviata speciale per il dopo Sinodo[1]

In Italia

In Italia il binomio donne e foreste fa emergere immediatamente e senza ombra di dubbio due nomi: Maria Rita Gallozzi e Alessandra Stefani, che abbiamo intervistato nelle newsletter di settembre 2022 e settembre 2023, che vi invitiamo a rileggere.

Nella Giornata Internazionale della donna, citiamo anche l’impegno di altre due donne italiane che vivono nelle e per le foreste: Forest Paola, (questo il suo nome sui social), dove conta un buon numero di follower. 48 anni, vero nome Paola Barducci, fiorentina trapiantata da oltre vent’anni nella valle dei Mòcheni in Trentino, è una dottoressa forestale e con il marito e una collega (anche loro dottori forestali) opera in uno studio professionale che si occupa di pianificazione forestale e affianca al suo lavoro nei boschi l’impegno divulgativo effettuato attraverso Instagram.

Tiziana Stangoni è una forestale lombarda che lavora ogni giorno nelle nostre foreste e si impegna per la loro valorizzazione e protezione, attraverso una migliore e accurata pianificazione forestale e il rilancio dei territori montani grazie al recupero e alla valorizzazione della cultura e della storia del lavoro nei boschi e delle comunità che attorno ad essi vivono. Un lavoro prezioso e coraggioso portato avanti quotidianamente con la fermezza e la consapevolezza di una donna che ha a cuore il futuro del Pianeta che lasceremo in eredità alle generazioni future.

[1] Fonte: https://www.ildigitale.it/donne-che-difendono-amazzonia-rischiando-vita/