La Rete Donne e Foreste: radici, tronco e chioma di una rete per una maggiore parità di genere nel settore forestale

Nella foto: Alessandra Stefani presidente Cluster Italia Foresta Legno, Manuela Romagnoli prof. ssa Unitus, Annalisa Paniz Direttrice Aiel, Erica Bo funzionaria settore foreste Regione Piemonte, Francesca Maito responsabile comunicazione Aiel, Maria Rita Gallozzi presidente FSC Italia, Tiziana Stangoni dott.ssa forestale libera professionista, Sabrina Diamanti dott.ssa forestale libera professionista, Fernanda Giorda dott.ssa forestale libera professionista, Silvia Bruschini giornalista forestale Compagnia delle Foreste

In occasione della Giornata Internazionale della donna dell’8 marzo, nella newsletter di questo mese proponiamo l’intervista a Silvia Piconcelli di Confargricoltura, una delle co-fondatrici della Rete Donne e Foreste, alla quale anche Vanessa Gallo e Margherita Brambilla di Fiper hanno prontamente aderito, all’atto della sua nascita lo scorso anno.
Scopriamo insieme di cosa si tratta.

1. Cos’è e quando è nata la “Rete donne e foreste”?

La Rete nasce, nel 2024, dall’intuizione e dalla condivisione di alcune professioniste del mondo forestale che hanno sentito l’esigenza di riunire e rappresentare tutte le donne che si occupano di boschi a qualsiasi titolo (imprenditoriale, accademico, professionale, formativo) al fine di iniziare a raccontarne i ruoli, i valori e le esperienze. Questo proprio perché nel comparto forestale nazionale sono ormai tante le figure femminili che ricoprono diversi ruoli, da quelli più tecnico scientifici a quelli politico manageriali, delle quali però se ne esaltano ancora poco le capacità e le competenze. In questo senso la Rete Donne Foreste rappresenta lo spazio dedicato a tutte coloro che condividendo percorsi formativi e professionali del settore, vogliano confrontarsi con altre figure che sono riuscite a trasformare la loro passione in un mestiere. L’impegno che si prefigge la neocostituita Rete è di quello di coltivare un futuro più equo, dove professionalità, passione e competenza non abbiano genere.

2. Quali sono i principi del Manifesto della “Rete donne e foreste”?

Il Manifesto della Rete Donne Foreste è una prima iniziativa concreta pensata per la valorizzazione del ruolo femminile nel settore forestale; ruolo che seppur dimostrato quotidianamente nei diversi ambiti del comparto, è caratterizzato da un potenziale non sufficientemente sviluppato in termini di competenze e professionalità. L’obiettivo del manifesto è quello di avviare un percorso di sensibilizzazione e promozione affinché il numero di donne nel settore forestale possa crescere contando su professionalità, competenza, passione superando la diffidenza di genere per arricchire il settore con nuove idee e prospettive per una gestione sostenibile delle nostre foreste e di conseguenza della società intera.

Il manifesto, nella sua veste concettuale e grafica, si articola in tre parti ispirate alle componenti fondamentali degli alberi le radici, il tronco e la chioma:

  • le radici rappresentano la volontà di andare oltre l’immagine storica del settore forestale tradizionalmente maschile per arricchirne la crescita l’innovazione e lo sviluppo valorizzando qualità e professionalità anche femminili;
  • il tronco simboleggia la necessità di assicurare oggi il giusto equilibrio della partecipazione femminile nei consessi istituzionali accademici professionali pubblici o privati a tema foresta
  • la chioma che rappresenta l’impegno a garantire alle giovani donne che si affacciano al mondo del lavoro la stessa facilità di accesso alle professioni forestali a tutti i livelli, da quelli manageriali a quelli tecnici e operativi.

Il manifesto vuole essere dunque lo strumento per crescere insieme in questa sfida, fatta di superabili barriere, aperto ad un pubblico, non solo di donne ma di uomini che desiderano contribuire alla costruzione di un settore forestale che favorisca un percorso di crescita professionale e soprattutto più lineare e accessibile alle giovani che desiderano trasformare la loro passione in una professione.

Ad oggi, il manifesto, è stato sottoscritto da più di 300 persone che ne hanno promosso l’iniziativa e da diversi enti ed associazioni del settore forestale ed affini. Proprio in questi giorni stiamo inserendo tutti i nuoi patrocini nel manifesto stesso per poterne ampliare la conoscenza e la diffusione nei diversi ambiti del comparto.

3. Quante sono le donne impiegate nel settore forestale rispetto agli uomini? Perché ritenete che si debba promuovere la loro presenza in questo ambito?

Se si prendono a riferimento i dati dell’occupazione femminile nel settore forestale si evince come il comparto occupi 446.000 uomini e solo 63.000 donne (12,4%), mentre in Italia sono impiegati poco più di 50.000 operatori, di cui 5.500 donne (10,8%) (dati European Institute for Gender Equality, EIGE – 2020), numeri che evidenziano ancora come la rappresentatività femminile nel settore sia bassa, anche se nel settore della formazione il trend sta invertendo la rotta. A fronte di ciò, in diversi ambiti lavorativi e professionali del settore diverse donne sono riuscite ad affermarsi ed a traguardare i propri obiettivi di carriera, superando le sfide imposte dagli stereotipi di genere. Per questo ci auspichiamo che attraverso attività di accompagnamento e di empowerment si possa colmare sempre più il divario della rappresentanza di genere e riscoprire che oltre ad essere un Paese forestale, siamo anche un Paese di donne forestali.

4. Qual è il valore aggiunto delle donne in questo settore?

Nella tradizione l’archetipo della figura femminile è legato a quello della cura e della protezione ed ovviamente tali inclinazioni possono accompagnare le competenze tecniche nelle sfide lavorative generando innovativi modi e strategie di sviluppo delle filiere forestali. Accanto a questo la spiccata capacità tipicamente femminile del multitasking e della gestione contemporanea di sistemi complessi può rapprappresentare uno sguardo nuovo sulla scelta delle politiche di settore future.

5. A cosa vi riferite, nel manifesto, quando parlate di “diffidenza di genere”?

Nel nostro slogan “”Liberiamo l’energia delle donne per superare la diffidenza di genere.” siamo andate oltre l’accezione della differenza di genere che ovviamente va colmata in tutti i settori, per sottolineare invece l’importanza della necessità di superare quella “accoglienza scettica” o “velata mancanza di fiducia” che spesso le professioniste del settore percepiscono da parte degli altri interlocutori quando gli viene affidato un incarico, questo perché il settore forestale da sempre è stato di appannaggio prevalentemente maschile e ad oggi ancora lo stereotipo di questa prevalenza di genere è molto radicato.

6. Quali saranno le prossime azioni che la Rete intendere mettere in atto?

I prossimi passi saranno la promozione di iniziative che favoriscano la parità di genere e la tutela dell’ambiente, con la consapevolezza che solo attraverso la collaborazione e l’inclusione si possano affrontare con successo le sfide del futuro. Tra le varie proposte in cantiere, oltre a quella di incontri e momenti di scambio con le aderenti, quella di creare una attività di mentoring one to one rivolta alle giovani che si affacciano al settore.

In questa direzione, abbiamo organizzato, per sabato 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne, un webinar dal titolo “Coltiviamo insieme il futuro del pianeta” in collaborazione con AUSF Italia (Confederazione delle Associazioni Universitarie degli Studenti Forestali d’Italia) per parlare del ruolo professionale delle donne nell’ambito forestale italiano. Questo proprio mnell’ottica di coinvolgere i giovani e gli studenti che possono dare ulteriore linfa, vigore ed entusiasmo a sostegno delle pari opportunità nel mondo forestale.

Vi presentiamo APE, Agenzia per l’Energia del Friuli Venezia Giulia

In Friuli Venezia Giulia è attiva APE, l’Agenzia per l’Energia della regione, organizzazione non profit nata nel 2006 su iniziativa della Provincia di Udine. Abbiamo chiesto al direttore, Matteo Mazzolini, di raccontarci di più di APE e della sua attività.

1. Chi è APE FVG e quali sono le sue principali attività?

L’Agenzia per l’energia del Friuli Venezia Giulia è un ente indipendente che lavora a servizio di enti pubblici, imprese e cittadini del territorio regionale, fornendo consulenze e know-how per affrontare la transizione energetica. L’Agenzia infatti aiuta le comunità locali a conseguire miglioramenti significativi e misurabili nell’utilizzo razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili, occupandosi anche di adattamento ai cambiamenti climatici e partecipando a numerosi progetti europei. Ci occupiamo da anni di teleriscaldamento a biomassa e siamo referenti a livello nazionale del sistema di certificazione QM (https://www.ape.fvg.it/qm/), frutto del know-how maturato in più di 30 anni di raccolta dati nella gestione di questi impianti in Svizzera, Austria e Germania.

2. In Friuli Venezia Giulia ci sono delle realtà di eccellenza della filiera legno-arredo. Quali sinergie è possibile immaginare sull’impiego a cascata dei residui per la filiera energetica?

Le sinergie sono evidenti e dirette nel momento in cui si dà uno sguardo alla filiera bosco-legno-energia: è impossibile non vedere come sia tutto collegato. Come APE ci occupiamo e siamo specializzati nella parte di teleriscaldamento a biomassa, quindi nella produzione e distribuzione dell’energia generata da materiale legnoso. In modo complementare ci interessiamo fortemente all’intera filiera, consapevoli che i tasselli per funzionare bene vanno uniti adeguatamente; in particolare crediamo che questo sia già a portata di mano, è sufficiente certificare i vari passaggi in tutta la filiera: questo assicura che l’impiego del materiale legnoso sia realmente sostenibile e adeguatamente valorizzato dalla culla alla tomba: certificazioni PEFC, CoC, Biomass Plus e QM assicurano una filiera sostenibile in tutta la sua interezza, creando economia direttamente nel territorio. Come farlo? Progettando impianti secondo i criteri del QM, si assicura la sostenibilità economica ed ambientale dell’impianto, con l’obbligo che il materiale in ingresso alla centrale termica provenga da filiera certificata.

3. Quali azioni sta portando avanti o ha intenzione di promuovere APE FVG per promuovere l’uso delle biomasse nella Regione?

APE FVG ha partecipato e sta partecipando a diversi progetti europei: con CE-HEAT sono stati valutati i potenziali in regione per il teleriscaldamento attraverso la creazione di mappe di calore con la densità di domanda termica e la disponibilità di calore di scarto; con ENTRAIN abbiamo trasferito in Italia il know-how del sistema QM Holzheizwerke, nato in Svizzera nella seconda metà degli anni ’90 ed adottato a livello nazionale in Austria per garantire la più alta qualità nella progettazione ed ottimizzazione degli impianti di teleriscaldamento alimentati con biomasse legnose; con CONNECTHEAT il focus è la creazione di Comunità Energetiche Termiche e l’attivazione di progetti bottom-up e con HEAT 35 si mira al miglioramento e alla decarbonizzazione di reti di teleriscaldamento esistenti sul territorio. Proponiamo con continuità formazione sugli impianti di teleriscaldamento a biomassa e sui vantaggi del QM a beneficio di tutti gli stakeholder, operatori di settore, istituzioni e soprattutto amministrazioni comunali: proprio in questi mesi sono stati organizzati diversi incontri informativi nel territorio che hanno riscosso molto interesse.

4. Essere regione di confine con la Carinzia e la Slovenia rappresenta una minaccia o un’opportunità per sviluppare la filiera bosco-legno dell’energia locale friulana?

La differenza non costituisce minaccia se si conosce sè stessi: siamo ben consapevoli delle sfide che ci aspettano in merito all’attivazione e alla crescita della filiera del legno e di come questo sia un argomento sentito e delicato, dove ci sono più interessi di quanto non si sia portati a pensare…. In particolare, è fatto noto che la concorrenza austriaca abbia definito i benchmark anche per la realtà friulana, specialmente sul piano logistico e di mercato, su cui non c’è competizione.
Ma è proprio qui che va ricercata l’opportunità: in Italia infatti va riconosciuto che c’è grandissima considerazione per una gestione del bosco più attenta alla biodiversità e alla valorizzazione dei servizi ecosistemici, rispetto ai vicini austriaci e sloveni; nonostante sul piano del prezzo e della dimensione aziendale i numeri parlino chiaro, specie rispetto ai vicini di oltre confine, va detto che nel caso di filiere a corto raggio e con incentivazioni mirate l’ostacolo può essere superato. D’altra parte, è assolutamente necessario stimolare le imprese del settore in quanto nella nostra regione le aziende presenti sono ancora troppo piccole per sostenere lo sforzo richiesto ai fini di una completa valorizzazione delle risorse presenti sul territorio, specie sul lato della lavorazione del legno: proprio quel settore che fornisce il maggior valore aggiunto in termini di mercato (oltre che di stoccaggio della CO2 a lungo termine).

5. Nell’ambito della strategia Transalpina, quali sono le prospettive di sviluppo e i driver sui quali APE FVG consiglierebbe di intervenire alla politica?

I punti individuati nella strategia sono tutti importanti e APE FVG lavora su diversi piani e con diversi progetti: gli scambi con le comunità di montagna presenti in regione sono all’ordine del giorno. Tuttavia sono due i punti della strategia che riteniamo maggiormente necessari per il territorio friulano: la gestione delle risorse naturali e lo sviluppo economico sostenibile, temi che vanno a braccetto.
Nello specifico, il primo in quanto il Friuli è un territorio a bassa densità di popolazione e ricco di aree naturali che comporta un alto capitale naturale pro capite; purtroppo spesso le risorse non vengono sfruttate adeguatamente per creare economia sul territorio, bensì usate da terzi a vantaggio prevalentemente privato ed a scapito del territorio e dei suoi abitanti. L’utilizzo accorto delle risorse naturali richiederebbe una strategia più trasparente e condivisa, soprattutto nel settore forestale, a reale vantaggio di chi sceglie di vivere e lavorare in queste terre anche per una questione identitaria. Questo si collega con lo sviluppo economico dei territori, soprattutto delle cosiddette aree interne: l’economia va creata nel territorio e deve rimanere nello stesso, andando ben oltre il turismo, attività che quando preponderante rende il territorio dipendente dall’esterno, cosa inaccettabile per il mantenimento di una dignità minima.
Si deve quindi lavorare per arginare la frammentazione della proprietà, piaga che danneggia la gestione forestale almeno quanto sta facendo il bostrico! Non ci si deve meravigliare se il Friuli è una tra le regioni più “anziane” al mondo, con particolare riferimento alle aree montane che stanno letteralmente avvizzendo, non semplicemente spopolando: la piramide demografica è ormai diventata un cuneo. È urgente e necessario fare politiche attive e in controtendenza con la mentalità fordista e produttivistica del secondo dopoguerra, rimettendo al centro le comunità, il territorio e le risorse locali, valorizzando le peculiarità delle stesse, le culture e gli usi locali. Insomma, innovare lanciando il cuore oltre l’ostacolo, ma mantenendo ben salde a terra le proprie radici.

2025: FIPER rilancia sul ruolo delle biomasse legnose nella decarbonizzazione dell’economia italiana e punta su innovazione e formazione

Il 2024 è stato un anno particolare per Fiper, nel quale, a partire da metà aprile ho iniziato il mio mandato raccogliendo il testimone dello storico Presidente Walter Righini, al quale va il nostro ringraziamento per il lavoro svolto in questi anni.

Il 2024 ha visto Fiper impegnata su diverse partite, alcune concluse, altre ancora oggi aperte, sulle quali lavoreremo e ci impegneremo ancor più nel 2025.

 

LA TRANSIZIONE ENERGETICA

Uno dei temi cruciali per il nostro settore è senza dubbio il recepimento della direttiva europea RED III (per la promozione delle fonti di energia rinnovabili) che accelererà e darà ulteriore impulso al processo di decarbonizzazione in atto e alla promozione del mix energetico essenziale per l’economia e il futuro energetico dell’Italia.

FIPER dovrà giocare un primario ruolo in questo periodo di transizione energetica perseguendo quegli obiettivi che da sempre la contraddistinguono:

  • valorizzazione delle biomasse a scopo energetico in ambito cogenerativo elettrico e termico;
  • economia circolare a sostegno delle aree alpine e interne per la promozione dello sviluppo di attività legate alla filiera bosco-legna
  • promozione delle CER termiche

Un focus particolare quest’anno sarà dedicato a:

  • Innovazione e revamping degli impianti esistenti
  • digitalizzazione per l’ottimizzazione degli impianti di produzione e delle reti di teleriscaldamento

 

REGOLAZIONE ARERA DELLE TARIFFE DEL TELERSICALDAMENTO

Il metodo tariffario transitorio dei prezzi del teleriscaldamento è stato prorogato fino al 31 dicembre 2025; Fiper, nel corso del 2025, continuerà il confronto con ARERA all’interno del focus group dedicato, per ribadire la specificità degli impianti di TLR a biomassa legnosa e della filiera a loro afferente, promuovere lo sviluppo dell’economia di montagna e identificare la possibilità di esenzione di questi impianti dal metodo tariffario definitivo.

 

CRITERI DI SOSTENIBILITA’ DELLE BIOMASSE

Il recepimento della direttiva RED II ha introdotto i criteri di sostenibilità e tracciabilità delle biomasse in ambito energetico, preludio al recepimento della RED III, previsto nel 2025, che prevede la certificazione della sostenibilità delle biomasse anche per gli impianti superiori a 7,5 MW.

Fiper continuerà a partecipare al tavolo interministeriale tra Ministero dell’Agricoltura, Sicurezza Alimentare e delle Foreste Ministero dell’ambiente e sicurezza energetica per dare il proprio contributo al fine di valorizzare la filiera corta (filiera già certificata con i criteri di tracciabilità ex certificati verdi del MASAF MIPAF) e semplificare il processo di certificazione e sostenibilità affinché le aziende associate possano adempiere ai criteri nei tempi previsti dalla normativa.

 

SOTTOPRODOTTI

Nel 2024 FIPER è stata impegnata insieme alle altre associazioni rappresentanti la filiera legno-energia nel poter gestire il legno vergine derivante dagli interventi di gestione e manutenzione forestale (abbattimenti/potature), di messa in sicurezza, di gestione e presidio del territorio (pulizia alvei fluviali) e derivante dalla gestione di eventi metereologici (per esempio, Vaia), nella disciplina dei sottoprodotti. Diversi senatori di maggioranza e minoranza hanno raccolto l’istanza FIPER, presentando un emendamento che avrebbe chiarito la disciplina all’interno del DL Ambiente. Sconcertante il parere negativo del MASE. FIPER non intende fermarsi, nel 2025 continuerà l’azione affinché il legno derivante dalla gestione del territorio possa essere impiegato a fine energetici e gestito secondo la disciplina prevista per i residui forestali. L’attuale interpretazione ministeriale influisce negativamente sul mercato dei prezzi della biomassa e rappresenta al contempo una contraddizione alla direttiva europea che spinge verso l’aumento dell’impiego di energia da fonti rinnovabili e la promozione dell’economia circolare.

 

INNOVAZIONE E SVILUPPO DEL TLR EFFICIENTE

La Federazione lavorerà su:

  • ottimizzazione degli impianti esistenti;
  • reti a bassa temperatura;
  • diversificazione delle fonti utilizzate.

In quest’ottica, la digitalizzazione avrà un ruolo sempre più importante nella gestione e nell’esercizio degli impianti, contribuendo a migliorarne l’efficienza, il risparmio energetico e l’utilizzo di mix energetici provenienti da fonti rinnovabili.

A tal fine, per favorire l’innovazione tecnologica e i revamping degli impianti sarà prioritario favorire l’inserimento delle biomasse all’interno del programma Industria 5.0.

È fondamentale che tutti i sistemi di produzione energetici da fonti rinnovabili siano sostenuti da piani di investimenti nazionali ed europei.

 

FORMAZIONE

FIPER promuoverà attraverso seminari e webinar la formazione tecnica sul tema della digitalizzazione in ambito energetico, un nuovo percorso nel quale la sinergia tra le varie fonti di produzione elettrico-termiche e la gestione della rete di teleriscaldamento avranno un’importanza crescente.

Sono già in preparazione tre seminari specifici su queste tematiche:

  • criteri di sostenibilità e tracciabilità delle biomasse;
  • opportunità offerte dal mercato elettrico;
  • analisi tecnica e trattamento acqua rete e impianto.

 

In collaborazione con il Politecnico di Milano, Fiper sarà impegnata nella diffusione del Manifesto della decarbonizzazione del teleriscaldamento che, a partire dall’analisi delle barriere tecniche e non tecniche alla decarbonizzazione, propone un più stretto coordinamento tra gli operatori del settore in tavoli tecnici specializzati, tavoli dedicati agli enti locali e alle comunità montane e l’adozione di un approccio tecnologicamente neutrale alle diverse fonti rinnovabili.

La collaborazione della federazione in ambito universitario e di ricerca a livello nazionale ed europeo sarà un volano per la promozione e valorizzazione di un nuovo utilizzo delle biomasse e dei residui energetici quali le ceneri.

 

RETE

Le reti di cui siamo parte a livello nazionale ed europeo ci permettono di dare voce alla filiera foresta-legno-energia con il pragmatismo e la concretezza che da sempre contraddistingue FIPER.

Fiper continuerà a garantire la sua presenza attenta e attiva nei tavoli con i Ministeri e le Regioni, in CTI (Comitato Termotecnico Italiano), FIRE (Federazione italiana per l’uso razionale dell’energia), SUSDEF (Fondazione per lo sviluppo sostenibile) e Rete donne e foresta. A livello europeo, Fiper siede nel direttivo di Bioenergy Europe ed è membro di Euroheat and power, associazioni nelle quali porterà avanti con convinzione le specifiche esigenze dei territori montani della regione alpina.

Un ente regionale che si occupa di foreste e ambiente: alla scoperta di IPLA

Per conoscere meglio l’ente regionale piemontese, Fiper ha intervistato Pierpaolo Brenta, dottore forestale dell’Area “Foreste e Biodiversità” di IPLA spa.

IPLA S.p.a., Istituto per le Piante da Legno e Ambiente, è una società controllata da Regione Piemonte, Fondato con Legge istitutiva n. 12/1979, in seguito all’acquisizione dell’Istituto Nazionale per le Piante da Legno “G. Piccarolo” (I.N.P.L.), operativo dal 1954 come centro di ricerca sulle specie arboree a rapida crescita dell’Ente nazionale Cellulosa e carta, complementare all’Istituto per la pioppicoltura di Casale Monferrato.

L’IPLA opera nei settori della sperimentazione, dell’assistenza tecnica al governo del territorio e delle risorse naturali, della gestione, della formazione professionale e della redazione di piani, progetti, inventari e dei monitoraggi ambientali.

L’Istituto opera nei seguenti ambiti:

  • foreste, paesaggio, tutela della biodiversità, formazione professionale forestale
  • sviluppo rurale, tutela del suolo, patologie ambientali
  • filiere del legno, biomasse, energie rinnovabili
  • ciclo di rifiuti.

A supporto dei progetti territoriali, inoltre, l’Istituto si occupa dello sviluppo di prodotti informatici e cartografici (Banche dati, GIS), di attività di telerilevamento, e della realizzazione grafica di prodotti editoriali e multimediali.

L’IPLA è attualmente strutturato in due Aree tecniche:

l’Area “Foreste e Biodiversità” e l’Area “Territorio e Agricoltura” e 3  Servizi “Contabilità, Personale, Segreteria“, “Cartografia, Telerilevamento, ICT” e “Gestione aziende“.

È dotato inoltre di laboratori e strutture in grado di fornire supporto tecnico-scientifico allo studio dei suoli, alla tartuficoltura e funghicoltura, di patologie e parassiti, alla caratterizzazione delle biomasse e dei rifiuti, alla vivaistica forestale.

All’IPLA lavorano 39 dipendenti con diversi profili professionali, affiancati da una rete di collaboratori e professionisti esperti, a copertura di un’ampia tipologia di discipline tecnico-scientifiche, quali: Agronomia, Arboricoltura, Bioenergia, Cartografia, Informatica, Ecologia del paesaggio, Entomologia applicata, Fitopatologia, Fitosociologia, Geo-Botanica, Geologia, Micologia, Pedologia, Pianificazione silvo-pastorale e naturalistica, Selvicoltura, Telerilevamento. La sede comprende un’azienda agro-forestale di 30 ettari, inserita nel Parco naturale e sito Natura 2000 della Collina di Superga il cui corpo centrale, costituito da un parco di notevole valore ambientale, paesaggistico e architettonico, ospita le palazzine destinate a uffici e laboratori. La parte restante della tenuta è occupata da prato-pascoli mantenuti come habitat d’interesse comunitario, arboreti e boschi di latifoglie gestiti secondo i principi della selvicoltura naturalistica, anche per produrre biomassa per risaldamento degli edifici.

2. Qual è secondo IPLA la situazione della filiera bosco-legno-energia in Piemonte? Quanti operatori ci sono, come lavorano e quali difficoltà incontrano?

I dati numerici disponibili a cui possiamo fare riferimento sono:

  • le imprese/operatori e i quantitativi di biomassa forestale utilizzati risultanti dall’Albo delle imprese forestali (https://www.servizi.piemonte.it/srv/taif/) che Regione Piemonte gestisce col contributo di IPLA;
  • le comunicazioni e dei progetti di tagli caricati sugli applicativi di Regione Piemonte dai titolari delle imprese o dai loro tecnici forestali di riferimento;
  • il Catasto impianti termici (CIT), che tuttavia comprende solo una minima parte dei generatori e degli impianti domestici alimentati con biomasse forestali.

I dati del 2023 dell’Albo indicano la presenza di 686 imprese (+ 194 rispetto al 2020), di cui 671 piemontesi (Sezione A) e 15 con sede fuori Regione (Sezione B); il 42% di queste svolge prioritariamente attività di utilizzazione forestale, per sé o conto terzi; il 72% risulta essere una ditta individuale. Le ditte certificate sono il 18% ma in costante crescita; il 67% indica di produrre assortimenti per triturazione ai fini di energetici, o per pannelli o cippato.

Il 52% degli operatori ha seguito almeno un corso di formazione del percorso professionale codificato da Regione Piemonte – IPLA; tutte le imprese soddisfano il requisito di aver seguito, con almeno un dipendente a tempo pieno e continuativo, il corso di formazione previsto per l’iscrizione all’albo.

I dati delle segnalazioni di taglio indicano come in Piemonte, mediamente, ogni anno, vengono presentate 5.500 richieste di taglio, riferite a 4.900 ha di superficie percorsa (su poco meno di 1.000.000 ha), da cui risulterebbero raccolti circa 280.000 m3 di legname utilizzato. Tenendo conto della sottostima delle dichiarazioni e dell’ingente taglio per autoconsumo, non tracciato e che interessa circa il 20% della popolazione regionale, si stima una raccolta complessiva di circa 1 milione di m3, pari a meno di 1/3 di quanto cresce nei boschi accessibili.

I dati del CIT indicano una presenza, sul territorio regionale, di generatori e impianti a biomassa (pellet, tronchetti e cippato) pari a 19.500, ossia il 2% dell’intera popolazione del CIT per tutti i combustibili; Il dato risulta in progressivo aumento, anche grazie agli incentivi per il rinnovo del parco generatori.

Sulla base di questi dati si può indicare come una porzione sempre più significativa delle imprese stia incrementando le proprie competenze professionali, tecnologie e certificazioni per rispondere al meglio alle esigenze del mercato del cippato e della legna da ardere certificata, in alcuni casi relegando a minimi quantitativi o abbandonando il tradizionale mercato della legna da ardere. Si tratta spesso di soggetti giovani, che operano in imprese strutturate e storiche, con maggiore possibilità e sicurezza d’azione. Molte imprese risultano consapevoli delle potenzialità del mercato delle biomasse forestali di qualità, ma manifestano difficoltà e timori nell’affrontare da sole il salto di qualità. Nel complesso si sta registrando un forte dinamismo fra le imprese del settore, anche su sollecitazione delle iniziative e delle incentivazioni della Regione. Un aspetto ancora limitante e non affrontato in modo organico, è la disponibilità di personale qualificato.

3. Quali progetti specifici per la promozione dell’uso della biomassa sta promuovendo IPLA in questo periodo?

L’IPLA è stato recentemente coinvolto nella strutturazione e realizzazione del progetto regionale “Comunicazione per la sostenibilità della filiera bosco-legno-energia”, promosso dal Settore Foreste (https://www.regione.piemonte.it/web/temi/strategia-sviluppo-sostenibile/una-campagna-comunicazione-per-sostenibilita-della-filiera-bosco-legno-energia). Finanziato dal PSR 2014-22, prevede iniziative di comunicazione e di animazione territoriale che IPLA sta coordinando, in collaborazione con AIEL, finalizzate a:

  • diffondere al pubblico, mediante eventi animati da tecnici formati, le conoscenze essenziali per una corretta combustione della biomassa forestale, con particolare attenzione alla legna da ardere, ai parametri che definiscono la qualità e la certificazione della legna, all’importanza, in termini di efficacia di combustione e qualità dei fumi, di una corretta conduzione dell’apparecchio casalingo;

far conoscere, mediante visite a impianti innovativi a cippato, esempi di valorizzazione sostenibile della risorsa forestale replicabili sul territorio regionale, anche grazie agli strumenti di incentivazione economica previsti da Regione Piemonte. Gli eventi sono animati con l’intervento dei diversi attori della filiera, dall’amministrazione ospitante, al progettista, al fornitore dell’impianto, al suo gestore, all’impresa che fornisce la biomassa, fino al fruitore del calore. Le iniziative, gratuite, sono rivolte prioritariamente alle figure operanti nelle zone rurali e montane (operatori forestali, tecnici e amministratori degli enti pubblici, periti, ingegneri, architetti, manutentori, installatori e rivenditori), ma aperte a tutti coloro che vogliono essere informati.

Le diverse attività hanno ricevuto un ottimo riscontro, in particolare perché hanno fatto incontrare figure professionali diverse e fatto conoscere le diverse iniziative che Regione Piemonte sta promuovendo in materia (finanziamenti per la sostituzione dei vecchi apparecchi, bandi per impianti a cippato e per teleriscaldamento efficiente).

Le attività continueranno, almeno nei prossimi 2 anni, con un nuovo progetto di comunicazione, in corso di predisposizione, nell’ambito dell’Intervento “Azioni di Informazione” (SRH04) dello Sviluppo Rurale di Regione Piemonte.

4. Quali sono le prospettive per la produzione di energia da biomassa in Regione Piemonte?

Considerando l’attenzione che Regione sta ponendo all’argomento, mediante l’azione sinergica di più Settori, con competenze differenti (qualità dell’aria, foreste, energia, sviluppo sostenibile), prevedendo da un lato importanti finanziamenti ma anche alzando progressivamente, per ambito territoriale, l’asticella delle prestazioni ambientali ed energetiche degli apparecchi, è chiaro che il settore non può che continuare a crescere per competenze professionali e tecnologie impiegate. Solo così l’impiego delle biomasse forestali per la produzione di energia potrà essere sostenibile ed incrementarsi. Tenendo conto che circa l’80% degli assortimenti ricavabili dai boschi piemontesi è biomassa destinabile alle filiere energetiche o industriali si tratta di una sfida da non perdere.

5. Quali possono essere le sinergie con una realtà come Fiper?

Rappresentando i produttori di energia da biomassa legnosa, le imprese forestali e quelle della filiera bosco-legno-energia e promuovendo il settore della produzione di calore, anche in cogenerazione, da biomasse, Fiper è il soggetto con cui collaborare prioritariamente per aumentare la capacità di condividere, nel breve, tecnologie, conoscenze, strumenti e professionalità.

Questo permetterà di facilitare la ricerca di risposte, soluzioni a chi opera o vuole iniziare a operare nel settore.

Bioenergy Europe sceglie Asiago come best practice europea: il modello di Vi.Energia e Asiago Go Green

Foto di gruppo della visita alla centrale di Asiago. Da sinistra a destra: il direttore di centrale di Vi.Energia, Stefano Allegrini; Gianluca Pugliero, divisione gestione impianti di Elettrostudio per Vi.Energia; Manolis Karampinis di Bioenergy Europe; Vanessa Gallo segretaria generale di Fiper; Alessandro Guercio Business Development & Sales biomass application di Turboden; Mirko Bertotti, energy manager della centrale di Asiago di Elettrostudio per Vi.Energia

Nel mese di ottobre, il Business Development & Membership Director di Bioenergy Europe Manolis Karampinis si è recato ad Asiago per visitare la centrale a biomassa di Vi.Energia, associata Fiper, da lui definita un modello di produzione di energia rinnovabile da portare come esempio all’attenzione dei decisori politici europei.

Fiper ha accompagnato il Dott. Karampinis ad Asiago e ha avuto modo di intervistare il Sindaco, Roberto Rigoni Stern, che ci ha raccontato del progetto “Asiago Go Green” e l’Energy manager di Elettrostudio nonché energy manager di centrale di Vi.Energia Mirko Bertotti, che ha descritto le prospettive future dell’impianto a biomassa e il suo rapporto con il territorio.

Guarda l’intervista al Sindaco di Asiago Roberto Rigoni Stern:

Guarda l’intervista a Mirko Bertotti e Manolis Karampinis:

Viaggio in Friuli

Un breve ma intenso viaggio nel Friuli della filiera bosco-legno-energia, alla scoperta di realtà virtuose e buone pratiche di successo: è quello che ha fatto FIPER nel mese di settembre insieme a Fabio Gallici, associato Fiper e imprenditore della filiera che gestisce insieme al fratello Ivano la Gallici SRL.

Con questo sintetico report, Fiper intende restituire i contenuti delle due giornate, con un breve racconto per parole e immagini, con l’obiettivo di far emergere le questioni più urgenti con le quali ci siamo confrontati, sollecitati dai tanti stimoli dei colloqui avuti con gli attori principali del territorio, gli imprenditori della filiera che ogni giorno si confrontano con le difficoltà e gli ostacoli di un settore che deve fare ancora molta strada per raggiungere gli obiettivi europei al 2030.

PRIMA TAPPA: ZIGNANO POWER

Il primo giorno di tour inizia con la visita alla Zignago Power di Fossalta di Portogruaro, un impianto che produce 49,2 MWt termici e 17 MW elettrici utilizzando esclusivamente materiale vegetale vergine. L’impianto sorge nel 2008 per soddisfare la richiesta energetica della vetreria di proprietà della famiglia Marzotto, ma nel tempo è arrivato anche ad alimentare 150 utenze tra private e pubbliche (come ad esempio l’asilo e la piscina).

Insieme all’Amministratore delegato Andrea Bigai, il Presidente Colli e la Segretaria generale Vanessa Gallo hanno discusso delle modalità per rispettare i criteri di sostenibilità previsti dalla direttiva europea RED II e della necessità di norme e tempi chiari e definiti per la relativa certificazione. Altro tema dibattuto è stato quello dell’approvvigionamento della biomassa a Km zero e dell’importanza del riconoscimento del materiale forestale fuori foresta e urbano all’interno dei criteri di sostenibilità dei materiali residuali ai fini energetici come sottoprodotto o come materiale forestale a tutti gli effetti, per garantire una produzione sostenibile e una filiera corta che crei sviluppo per il territorio.

PALLET E CIPPATO; E UNA RETE DI IMPRESE

La tappa successiva del viaggio è la località di Faedis: qui, Franco Petrigh dirige Relen, un’azienda di produzione di cippato, e l’azienda di produzione di pallet Friul Pallet.

La delegazione di Fiper con Franco Petrigh nel sito Relen-Friul Pallet

 

L’idea di avviare un impianto di teleriscaldamento è nata nel 2012 proprio dalla necessità di essiccare i pallet destinati al commercio trans-oceanico, all’interno del processo di disinfestazione da agenti fito-sanitari potenzialmente dannosi. Da qui si è poi sviluppata una mini rete a servizio di uffici e capannoni e un impianto di cogenerazione per essiccare il cippato. Con il tempo e l’esperienza, dalla semplice produzione per autoconsumo, Petrigh ha allargato la produzione di cippato destinandolo anche alla vendita, curandone la qualità al fine di ottenere un prodotto ideale per le caratteristiche ambientali ed energetiche, certificato in classe A1.

Sia Relen sia Friul Pallet fanno parte di Rete Legno Energia, una rete d’imprese friulane che coprono tutto l’arco della filiera bosco-legno-energia e promuovono l’uso delle biomasse come combustibile ecologico, a Km zero, sostenibile e programmabile, che crea valore e sviluppo per il territorio attraverso il sostegno dell’economia circolare del legno. Dai racconti e dall’esperienza di Franco abbiamo appreso e constatato che esperienze virtuose di produzione energetica green con piccole o medie reti di teleriscaldamento si possono e si dovrebbero incentivare specie nelle molte aree non metanizzate presenti anche in pianura o nella zona pedemontana friulana, che ancora utilizzano le bombole gpl o il gasolio. L’esempio è quello di Povoletto, comune demetanizzato ora fornito da una piccola caldaia cogenerativa a biomasse.

I TLR DEI PICCOLI COMUNI MONTANI FRIULANI

La prima giornata della missione di Fiper in Friuli prosegue con una visita alla ESCO Montagna FVG e un colloquio con il suo direttore Sergio Buzzi.

Il Presidente Colli, la Segretaria generale Vanessa Gallo e Fabio Gallici insieme a Sergio Buzzi, direttore di ESCO Montagna

 

ESCO Montagna è una società interamente pubblica, partecipata dalle Comunità di montagna della Carnia, del Gemonese e del Canal del Ferro – Valcanale, oltre che da 28 Comuni della montagna friulana e ha come obiettivo quello della promozione del risparmio energetico e dell’uso razionale dell’energia. Ad oggi gestisce gli impianti di teleriscaldamento di Arta Terme, Ampezzo, Treppo Ligosullo, Lauco, Verzegnis, Forni Avoltri, Prato Carnico e Socchieve, tutti in provincia di Udine.

In questo incontro sono emerse soprattutto le tematiche relative alle difficoltà, per impianti di piccole dimensioni e di proprietà pubblica, di gestire le sempre maggiori incombenze derivanti dagli obblighi di enti come Gse e Arera, che pesano molto sul lavoro di una dotazione di personale ridotta all’osso. Anche in questo colloquio è emersa con forza la necessità di stimolare, da parte del Governo regionale, la filiera bosco-legno-energia per promuovere il settore all’interno di un contesto territoriale che ha una grande potenzialità da esprimere, ma altrettante difficoltà nel trovare soluzioni per ottimizzare il funzionamento degli impianti (per esempio, la gestione delle ceneri.

INNOVAZIONE E TUTELA AMBIENTALE: LA BEST PRACTICE DI SERVEL MERA

Il viaggio prosegue verso Sutrio, con la visita all’associato Fiper Servel Mera. Qui, in un’azienda che fa della sostenibilità il suo core business, Nicola Cescutti gestisce diversi impianti idroelettrici e fotovoltaici e l’impianto di teleriscaldamento cogenerativo a biomasse di Sutrio (5MW termici e 1 MW elettrico in funzione dal 2015), spiegando che la ricerca di competitività si può e si deve conciliare con un livello sempre più elevato di attenzione all’ambiente, attraverso una politica di innovazione e di crescita economica che utilizzi al meglio le risorse naturali. Quello di Servel Mera è stato tra i primi impianti in Italia ad aumentare la potenza installata nell’ambito della disciplina nazionale dell’”Extra power”.

L’impianto di Servel Mera a Sutrio

La delegazione di Fiper in visita all’impianto di Servel Mera con Nicola Cescutti

A COLLOQUIO CON L’ASSESSORE REGIONALE ALLE FORESTE

La serata si conclude con l’incontro con Mirco Cigliani, presidente di Legno Servizi e rappresentante regionale delle imprese boschive e forestali e l’Assessore regionale alle politiche Agricole e Forestali Stefano Zannier.

Nell’incontro sono stati affrontati temi importantissimi e urgenti che raccontano di una regione che in ambito forestale ed energetico ha potenzialità enormi di crescita e di sviluppo. Il Friuli, con il suo patrimonio di oltre 300mila ettari di boschi e foreste e un patrimonio forestale fuori foresta urbano che supera i 3 milioni di alberi, potrebbe contare su una ricrescita annua di biomassa che supera il milione di metri cubi, quando invece i prelievi boschivi oggi arrivano appena a 250 mila metri cubi (solo un quarto di quest’ultima!). Da ciò deriva che buona parte delle foreste non sono gestite ma abbandonate ad una ricrescita spontanea incontrollata che crea problemi ambientali enormi: il dissesto idrogeologico per le ricrescite su torrenti e fiumi; monoculture di conifere arrivate alla senescenza facilmente attaccabili da fenomeni come tempeste, patogeni o incendi e non più utili all’assorbimento del carbonio. Il tutto nel paradosso di una regione che è fra le maggiori del nord est per consumo di legno vergine, che però proviene per oltre l’80% dall’estero.

I motivi di questa discrasia paradossale sta in vizi e deficienze consolidate che vedono tra le cause principali le difficoltà a creare piani di gestione su aree di multiproprietà; regolamenti forestali che non prevedono,  come invece accade in altre aree europee, i tagli a raso e la “coltivazione turnale del bosco”; le difficoltà burocratiche con vincoli sovrapposti nelle realizzazioni di piste forestali adeguate agli interventi meccanizzati utili oltre che per le utilizzazioni boschive, anche alle difesa e mantenimento del suolo montano; la frammentazione di tante piccole imprese forestali mai riuscite a crescere o a meccanizzarsi in modo adeguato per svolgere grossi interventi.

Sul lato fuori foresta, poi, si rischia di perdere altrettante importantissime filiere: i dati di monitoraggio registrano infatti una produzione annua di oltre 70mila tonnellate di biomasse costituite da tronchi, piante intere e potature ricavate dagli interventi di sviluppo e mantenimento del patrimonio forestale fuori foresta (alberature stradali, corridoi ecologici, alberature al fianco di ferrovie, foreste urbane, alberi di parchi giardini, aree abbandonate ecc.). Un materiale di alta qualità e prezioso in particolare nelle filiere locali energetiche che però manca ancora di una definizione giuridica e di un sistema di tracciabilità certo ed univoco al fine dell’utilizzo secondo i criteri di sostenibilità, costringendo le imprese ad un utilizzo non garantito dalle normative attuali.

GIORNO 2: ADRIAWATT E LA FUTURA RETE DI CERVIGNANO

La seconda e ultima giornata si apre con la visita alla società agricola Adriawatt, alla guida della quale c’è Paolo Moro, che ci ha incontrati in compagnia del figlio che lavora con lui e delle due assessore del comune di Cervignano Barbara Nalon e Carlotta Francovigh.

La delegazione Fiper insieme ai Moro e alle assessore del Comune di Cervignano

La visita all’impianto di Adriawatt

Adriawatt conduce un impianto a cippato che soddisfa le esigenze energetiche dell’azienda ma che è dimensionato per andare ben oltre. In questa visita infatti, il tema più sentito sia dall’interlocutore pubblico sia da quello privato, è stato senza dubbio quello della possibilità di accedere a incentivi, tramite bandi regionali, per la realizzazione della rete di teleriscaldamento che potrebbe servire il comune di Cervignano. Il progetto di estensione della rete a utenze del comune è infatti nei piani a breve termine della società e del Comune stesso, per quanto però sarebbe necessario un sostegno economico per l’avvio dei lavori. L’appello è quindi di nuovo alle autorità competenti perché sostengano fattivamente il comparto per un vero rilancio dell’economia green friulana.

IL CONSIGLIO REGIONALE DEL FRIULI: QUI SI DECIDONO LE POLITICHE REGIONALI

A questo punto era naturale arrivare a interloquire con i decisori politici di questa splendida regione ricca di acque e foreste. E infatti nel pomeriggio Fiper si è recata a Trieste per incontrare assessori e consiglieri regionali e sottoporre loro le istanze raccolte nel territorio.

Abbiamo incontrato il vicegovernatore Mario Anzil, l’Assessore all’ambiente ed energia Scoccimarro, l’Assessore alle foreste Stefano Zannier, l’Assessora a infrastrutture e trasporti Cristina Amirante. Con tutti costoro, e con alcuni loro collaboratori, abbiamo iniziato ad analizzare i temi più urgenti per il comparto: il riconoscimento del materiale forestale fuori foresta nelle filiere energetiche sostenibili; le ridefinizioni dei sottoprodotti vegetali, anche in virtù della recente mozione congiunta firmata all’unanimità dal Consiglio regionale, che impegna il Governo alla costituzione di un tavolo tecnico regionale con gli attori coinvolti nella manutenzione del patrimonio forestale urbano e a farsi parti attiva con il governo nazionale e con i membri della commissione UE per una riscrittura della direttiva e della norma nazionale; la possibilità di dare vita a bandi non solo per la realizzazione di nuovi impianti ma anche per la realizzazione delle reti; l’importanza di stimolare una gestione sostenibile dei boschi attraverso una strutturata organizzazione dei prelievi, oggi ancora troppo limitati ed un uso a cascata degli stessi; la necessità di fare una corretta e diffusa comunicazione sulla sostenibilità delle biomasse in quanto fonti rinnovabili di energia sostenibile e programmabile a km zero; l’urgenza di un maggiore coordinamento tra i diversi settori del governo regionale che gestiscono parti distinte della filiera bosco-legno-energia per dare vita a sinergie fondamentali atte a cogliere le opportunità del futuro e vincere le sfide ambientali che abbiamo davanti.

Fiper si è detta disponibile a collaborare con gli uffici regionali e a mettere a loro disposizione tutta la propria esperienza e le proprie conoscenze per lavorare insieme al raggiungimento di questi obiettivi, magari all’interno di un tavolo inter-settoriale, replicando e offrendo esperienze positive già in atto in molte altre regioni fra cui Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte.

Il pomeriggio in Consiglio Regionale FVG ci ha permesso di intercettare anche la Consigliera regionale Manuela Celotti, prima firmataria della mozione inerente la gestione dei residui vegetali derivanti dalla manutenzione del verde urbano. Con lei abbiamo concordato di proseguire con il lavoro congiunto e trasversale a tutte le forze politiche che siedono in Consiglio e in Giunta regionale, anche per sensibilizzare le istituzioni nazionali ed europee.

Riunione con l’Assessore regionale Scoccimarro e la dirigente del settore Dott.ssa Caprotti

Fiper davanti al palazzo del Consiglio Regionale con l’Assessore Zannier

 

IL VIAGGIO FINISCE. L’IMPEGNO NO!

La due giorni friulana si è conclusa dunque qui, ma il lavoro è solo all’inizio. Fiper si porta a casa una conoscenza più approfondita di questa terra dalle grandi potenzialità e l’impegno a lavorare sulle questioni aperte con ancor maggior vigore che in passato, impegno che ha già iniziato a perseguire dando seguito ai primi contatti post-missione.

Un sentitissimo ringraziamento va a Fabio Gallici, che con grande passione e tenacia porta avanti le istanze del settore guidato, dall’amore per la sua terra e da una visione del futuro improntata alla sostenibilità ambientale e all’economia circolare, traguardo raggiungibile e non pura chimera, anche nel suo Friuli.

Un acceleratore di start up: alla scoperta di Le Village

Fiper ha siglato da poche settimane un accordo con Le Village by CA delle Alpi di Sondrio, entrando a far parte dell’ecosistema dell’innovazione, in qualità di abilitatore. Per capire di cosa si tratta, abbiamo intervistato Elena Plos, Direttore di Le Village delle Alpi.

1. Cos’è Le Village? Come nasce, che fini persegue?

Le Village by CA delle Alpi è un acceleratore di innovazione al servizio delle aziende e delle startup, inaugurato lo scorso febbraio a Sondrio presso il complesso di Palazzo Sertoli, che fa parte di una rete internazionale di hub per l’innovazione creata da Crédit Agricole dieci anni fa a Parigi. Da allora, il modello si è diffuso e, attualmente, la rete si compone di 44 Village in tutto il mondo. Questo network supporta complessivamente oltre 1.400 startup e più di 700 aziende partner, creando un ecosistema d’innovazione dinamico e ricco di connessioni.

L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere e stimolare la crescita delle imprese attraverso l’innovazione e la collaborazione, valorizzando le specificità economiche, sociali e culturali del territorio. Al centro l’economia della montagna, declinata in 7 verticali: agroalimentare, turismo, filiera del legno, ciclo dell’acqua, energie rinnovabili, qualità della vita e conversione al biologico.

A pochi mesi dall’avvio fanno parte del network Le Village delle Alpi 14 startup, 12 aziende partner e 31 abilitatori. In Italia, sono attivi 5 Village a Milano, Parma, Padova e Catania, di prossima inaugurazione, oltre a quello delle Alpi.

2. Cosa si intende per acceleratore di startup?

Un acceleratore di startup è un ambiente che fornisce supporto a nuove imprese nella fase di sviluppo, offrendo consulenza, networking, spazi di lavoro, opportunità di business matching e accesso a risorse per crescere rapidamente e raggiungere il mercato in modo efficace. Le Village by CA delle Alpi svolge il ruolo di acceleratore, offrendo alle startup un programma che include mentoring, formazione, supporto nel fundraising, accesso ai mercati internazionali e la possibilità di collaborare con grandi corporate e soggetti istituzionali.

3. Cosa significa entrare a far parte del progetto Le Village? Partner, startup, abilitatori: che ruoli giocano?

Entrare a far parte di Le Village by CA delle Alpi significa unirsi a un network internazionale di innovazione, dove diversi attori collaborano per favorire lo sviluppo economico del territorio mediante l’affermazione di progetti e soluzioni innovative.

Le startup vengono supportate nel loro percorso di crescita attraverso programmi personalizzati di accelerazione del business e hanno accesso a spazi dedicati presso la sede di Sondrio e in tutti i Village della rete.

Le aziende partner partecipano a eventi e iniziative esclusive e collaborano con le startup per sperimentare nuove modalità di lavoro, processi e tecnologie da integrare nel proprio modello di business.

Gli abilitatori apportano conoscenze specialistiche per lo sviluppo di progetti comuni e forniscono servizi specializzati, come consulenza strategica e mentoring, per aiutare le startup a superare le sfide del mercato.

La combinazione di questi ruoli crea un ecosistema dell’innovazione dinamico e interconnesso, capace di generare valore per tutti i partecipanti e per il territorio nel suo complesso. Questo è il senso di Le Village e la ragione della sua denominazione. Un Villaggio aperto alla comunità, con una Piazza luogo di ritrovo e confronto e un Sindaco – che coordina le attività attraverso il motto “Collaborare per innovare”.

4. Che visione ha Le Village dello sviluppo futuro del territorio su cui opera? 

Le Village by CA delle Alpi immagina un futuro in cui il contesto montano possa diventare modello di sviluppo sostenibile, combinando il rispetto delle peculiarità locali con l’innovazione, elemento fondamentale che permette di coniugare competitività con sostenibilità ambientale e sociale. L’hub, focalizzato sull’economia della montagna, con settori chiave come agroalimentare, turismo, filiera del legno, energie rinnovabili, qualità della vita, ha l’obiettivo di promuovere progetti innovativi che valorizzino l’ambiente e migliorino il benessere delle comunità locali, con un impatto positivo a lungo termine sul territorio.

Coerentemente con questa visione, il Village delle Alpi ha scelto di essere società benefit, perseguendo finalità legate al bene comune e di operare in modo responsabile e sostenibile nei confronti di tutti i portatori di interesse.

Consideriamo la montagna un luogo per guardare al futuro da una prospettiva privilegiata, con risorse e potenzialità immense che vogliamo contribuire a valorizzare. 

5. Che ruolo potrebbe giocare la filiera legno nella promozione turistica del territorio?

La filiera del legno ha un potenziale enorme nella promozione turistica del territorio, specialmente in un contesto come quello montano. La cura e lo sfruttamento positivo del bosco sono un presidio per mitigare il rischio idrogeologico e per avere a disposizione un ambiente che possa essere accogliente per i turisti.

L’utilizzo del legno può contribuire a creare infrastrutture turistiche sostenibili, unendo l’autenticità e la tradizione del territorio con l’innovazione e la tecnologia. La valorizzazione del legno locale, delle abilità tecniche e la costruzione di percorsi tematici possono attrarre un turismo consapevole, attento alla sostenibilità, rafforzando l’identità dei territori montani come destinazioni eco-friendly e vocati al benessere.

Le Village by CA delle Alpi supporta progetti in grado di integrare la filiera del legno con l’innovazione, contribuendo a promuovere un modello di sviluppo turistico che rispetta e valorizza le risorse naturali e culturali locali.

E la collaborazione con Fiper, in sinergia con gli operatori del settore del legno, sarà di cruciale importanza nella realizzazione di iniziative concrete. Stay tuned.

Il sito: www.levillagebycadelealpi.it
LinkedIn: https://www.linkedin.com/company/le-village-by-ca-delle-alpi/

6.000 studenti in una scuola sostenibile, riscaldata con energia che viene dal legno

A Cinisello Balsamo, in provincia di Milano, c’è uno dei più grandi istituti comprensivi d’Europa e proprio qui è in atto una riqualificazione che ha nel suo cuore una nuova centrale di teleriscaldamento a cippato. Ma non solo: l’intervento comprende infatti anche il cappotto a tutti gli edifici, tetti verdi, sostituzione dei corpi illuminanti, pannelli fotovoltaici, stalli per la ricarica delle bici elettriche, panchine intelligenti e 6 nuove aule a tema sostenibilità. Promotore e realizzatore di questo intervento è Carbotermo s.p.a.
 
Paolo Giarda, responsabile energie rinovabili di Carbotermo, ci ha raccontato i dettagli di questo intervento. Guarda la video intervista

Lettera aperta ai candidati europei: serve una politica UE per le foreste!

Fiper sottoscrive la lettera aperta proposta da UNCEM per i candidati alle prossime elezioni europei, una lettera che riassume tutto il lavoro e l’impegno che FIPER ha profuso negli ultimi anni per promuovere una sensibilizzazione politica sull’importanza che ci siano presto in Europa (e in Italia) una visione chiara e una legislazione coerente sulle foreste. Conoscere, mappare, pianificare, gestire, promuovere, proteggere, valorizzare le foreste: per farlo serve un’Europa che guidi un nuovo approccio sistemico verso questa grande risorsa troppo spesso dimenticata o marginalizzata dai policy makers.

Leggi la lettera aperta

Michele Colli è il nuovo Presidente di FIPER

Michele Colli, classe 1975, è stato eletto all’unanimità nuovo Presidente di FIPER nell’assemblea dei partecipanti dello scorso 11 aprile. Direttore tecnico di SEM (Società Elettrica in Morbegno), si è formato all’estero e ha scelto di tornare in Italia per perseguire obiettivi di efficienza, innovazione e sinergia con il territorio. Lo abbiamo intervistato negli uffici di Morbegno.