Il trilogo tra Commissione, Parlamento e Consiglio si è chiuso con l’accordo finale sulla Direttiva RED 3 che va oltre le numerose proposte molto negative e preoccupanti che erano state presentate dalla Commissione e Parlamento negli ultimi mesi sulla filiera biomassa-energia.
Commenta Walter Righini, presidente FIPER: “Fondamentale nella negoziazione la presa di posizione degli Stati Membri attraverso il Consiglio europeo; tra questi, un plauso al Governo italiano che ha espresso la propria contrarietà alla definizione di biomassa legnosa primaria proposta dalla Commissione e alle seguenti proposte emendative”.
Il lavoro di squadra tra le associazioni rappresentanti le biomasse in Italia unite ha illustrato al Ministro Picchetto, al Ministro Lollobrigida, al Commissario Gentiloni l’importanza di intervenire per garantire e promuovere fattivamente l’economia del legno nelle aree montane e interne del nostro Paese nel rispetto della Strategia Forestale nazionale.
Infatti, uno dei punti salienti dell’accordo prevede il rinvio di responsabilità in materia forestale agli Stati Membri; di fatto Bruxelles riconosce i principi cardine legati alle pratiche sostenibili di gestione forestale, all’uso a cascata, al rispetto dei requisiti sulla biodiversità e sulle aree protette, delegando ogni singolo Stato Membro di attuarle in funzione della specificità territoriale.
L’Italia sta mettendo in atto la Strategia Forestale Nazionale, legge quadro in cui la filiera energetica rientra a pieno titolo negli assi di intervento previsti per favorire la gestione forestale sostenibile, prevenire i rischi idrogeologici e ridurre il rischio incendi e epidemie (vedasi bostrico).
Le principali novità introdotte dalla RED 3:
- Uso a cascata della biomassa: verrà garantito a livello nazionale secondo cui la biomassa legnosa deve essere “utilizzata in base al suo più alto valore aggiunto economico e ambientale nel seguente ordine di priorità: 1) prodotti a base di legno, 2) prolungamento della vita utile, 3) riutilizzo, 4) riciclaggio, 5) bioenergia e 6) smaltimento”; deroga per la gestione delle foreste/prevenzione degli incendi boschivi, o se è in risposta a un disturbo naturale (tempesta di vento, epidemia di malattie, incendi boschivi, ecc.).
- Nessun nuovo sostegno alla produzione di sola energia elettrica: eccezione per il parco impianto esistenti, a cui verrà garantita la continuità.
- Soglie di esenzione: gli impianti al di sotto della soglia di 7,5 MW termici non devono dimostrare la conformità ai requisiti previsti dalla RED 3.
- Pratiche di gestione forestale sostenibile: La qualità del suolo e la biodiversità devono essere “considerate” con l’obiettivo di “prevenire” gli impatti negativi. Inoltre, qualsiasi prelievo deve essere al di sotto del livello massimo previsto dalla legge nazionale.
- Piani nazionali per la bioenergia: Gli Stati membri devono includere nuovi “piani bioenergetici” come parte dei loro piani nazionali per l’energia e il clima (NECP).
- Risparmio di gas serra: Tutti gli impianti con potenza superiore ai 7,5 MWt dovranno rispettare un risparmio di gas serra dell’80% rispetto a un’alternativa fossile. Ciò significa che la biomassa può avere solo una piccola parte delle emissioni del ciclo di vita a partire dall’approvvigionamento e dalla lavorazione.
Conclude Righini: ”A partire dalle indicazioni della RED 3, risulta prioritario investire nella filiera biomassa-energia per far fronte alla situazione di emergenza che sta vivendo il patrimonio forestale italiano a causa della varie calamità, del bostrico, della siccità. Solo attraverso un’azione concertata e coordinata all’interno del quadro della Strategia Nazionale Forestale potremo agire in modo efficace e prevenire ulteriori rischi ambientali”.