Last week, Bioenergy Europe’s hosted its yearly Landscape webinar. Our Policy and Market experts shared the latest insights into the role of bioenergy within the broader European energy mix along with an update on key EU policy files impacting the bioenergy sector.
The event showcased findings from the 2024 Landscape Report, offering a comprehensive look at the sector’s situation and future challenges. Want to know more? Download the Report.
The data presented underscored that bioenergy remains indispensable to Europe’s renewable future, offering energy security, decarbonisation, and economic benefits.
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For Valentine’s Day Bioenergy Europe launched a new video, the Timber App.
Bioenergy is the perfect solution to keep you warm on the most romantic day of the year. Swipe right to match with EU sourced renewable energy, EU-made technologies and energy security. The visual mirrors the content of Bioenergy Europe’s latest Clean Industrial Deal Paper. Discover more about the proposals from the sector.
Capacity building per stakeholder: Fiper partecipa al progetto LIFE Support DHC del Politecnico di Milano
Oggi Fiper è stata al Politecnico di Milano per prendere parte al programma di Capacity Building del progetto EU LIFE Support DHC. Un’intensa mattinata nella quale Vanessa Gallo ha coordinato una tavola rotonda sul ruolo della biomassa nella decarbonizzazione del teleriscaldamento. Il confronto ha fatto emergere l’importanza di sostenere lo sviluppo e l’implementazione di nuove tecnologie e nuove misure per migliorare ulteriormente la qualità dell’aria e ridurre i consumi elettrici. Con una tensione verso il futuro che deve coinvolgere anche misure di incentivazione regionali e nazionali per correre insieme al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità richiesti dalla normativa EU.
Vi presentiamo APE, Agenzia per l’Energia del Friuli Venezia Giulia
In Friuli Venezia Giulia è attiva APE, l’Agenzia per l’Energia della regione, organizzazione non profit nata nel 2006 su iniziativa della Provincia di Udine. Abbiamo chiesto al direttore, Matteo Mazzolini, di raccontarci di più di APE e della sua attività.
1. Chi è APE FVG e quali sono le sue principali attività?
L’Agenzia per l’energia del Friuli Venezia Giulia è un ente indipendente che lavora a servizio di enti pubblici, imprese e cittadini del territorio regionale, fornendo consulenze e know-how per affrontare la transizione energetica. L’Agenzia infatti aiuta le comunità locali a conseguire miglioramenti significativi e misurabili nell’utilizzo razionale dell’energia e delle fonti rinnovabili, occupandosi anche di adattamento ai cambiamenti climatici e partecipando a numerosi progetti europei. Ci occupiamo da anni di teleriscaldamento a biomassa e siamo referenti a livello nazionale del sistema di certificazione QM (https://www.ape.fvg.it/qm/), frutto del know-how maturato in più di 30 anni di raccolta dati nella gestione di questi impianti in Svizzera, Austria e Germania.
2. In Friuli Venezia Giulia ci sono delle realtà di eccellenza della filiera legno-arredo. Quali sinergie è possibile immaginare sull’impiego a cascata dei residui per la filiera energetica?
Le sinergie sono evidenti e dirette nel momento in cui si dà uno sguardo alla filiera bosco-legno-energia: è impossibile non vedere come sia tutto collegato. Come APE ci occupiamo e siamo specializzati nella parte di teleriscaldamento a biomassa, quindi nella produzione e distribuzione dell’energia generata da materiale legnoso. In modo complementare ci interessiamo fortemente all’intera filiera, consapevoli che i tasselli per funzionare bene vanno uniti adeguatamente; in particolare crediamo che questo sia già a portata di mano, è sufficiente certificare i vari passaggi in tutta la filiera: questo assicura che l’impiego del materiale legnoso sia realmente sostenibile e adeguatamente valorizzato dalla culla alla tomba: certificazioni PEFC, CoC, Biomass Plus e QM assicurano una filiera sostenibile in tutta la sua interezza, creando economia direttamente nel territorio. Come farlo? Progettando impianti secondo i criteri del QM, si assicura la sostenibilità economica ed ambientale dell’impianto, con l’obbligo che il materiale in ingresso alla centrale termica provenga da filiera certificata.
3. Quali azioni sta portando avanti o ha intenzione di promuovere APE FVG per promuovere l’uso delle biomasse nella Regione?
APE FVG ha partecipato e sta partecipando a diversi progetti europei: con CE-HEAT sono stati valutati i potenziali in regione per il teleriscaldamento attraverso la creazione di mappe di calore con la densità di domanda termica e la disponibilità di calore di scarto; con ENTRAIN abbiamo trasferito in Italia il know-how del sistema QM Holzheizwerke, nato in Svizzera nella seconda metà degli anni ’90 ed adottato a livello nazionale in Austria per garantire la più alta qualità nella progettazione ed ottimizzazione degli impianti di teleriscaldamento alimentati con biomasse legnose; con CONNECTHEAT il focus è la creazione di Comunità Energetiche Termiche e l’attivazione di progetti bottom-up e con HEAT 35 si mira al miglioramento e alla decarbonizzazione di reti di teleriscaldamento esistenti sul territorio. Proponiamo con continuità formazione sugli impianti di teleriscaldamento a biomassa e sui vantaggi del QM a beneficio di tutti gli stakeholder, operatori di settore, istituzioni e soprattutto amministrazioni comunali: proprio in questi mesi sono stati organizzati diversi incontri informativi nel territorio che hanno riscosso molto interesse.
4. Essere regione di confine con la Carinzia e la Slovenia rappresenta una minaccia o un’opportunità per sviluppare la filiera bosco-legno dell’energia locale friulana?
La differenza non costituisce minaccia se si conosce sè stessi: siamo ben consapevoli delle sfide che ci aspettano in merito all’attivazione e alla crescita della filiera del legno e di come questo sia un argomento sentito e delicato, dove ci sono più interessi di quanto non si sia portati a pensare…. In particolare, è fatto noto che la concorrenza austriaca abbia definito i benchmark anche per la realtà friulana, specialmente sul piano logistico e di mercato, su cui non c’è competizione.
Ma è proprio qui che va ricercata l’opportunità: in Italia infatti va riconosciuto che c’è grandissima considerazione per una gestione del bosco più attenta alla biodiversità e alla valorizzazione dei servizi ecosistemici, rispetto ai vicini austriaci e sloveni; nonostante sul piano del prezzo e della dimensione aziendale i numeri parlino chiaro, specie rispetto ai vicini di oltre confine, va detto che nel caso di filiere a corto raggio e con incentivazioni mirate l’ostacolo può essere superato. D’altra parte, è assolutamente necessario stimolare le imprese del settore in quanto nella nostra regione le aziende presenti sono ancora troppo piccole per sostenere lo sforzo richiesto ai fini di una completa valorizzazione delle risorse presenti sul territorio, specie sul lato della lavorazione del legno: proprio quel settore che fornisce il maggior valore aggiunto in termini di mercato (oltre che di stoccaggio della CO2 a lungo termine).
5. Nell’ambito della strategia Transalpina, quali sono le prospettive di sviluppo e i driver sui quali APE FVG consiglierebbe di intervenire alla politica?
I punti individuati nella strategia sono tutti importanti e APE FVG lavora su diversi piani e con diversi progetti: gli scambi con le comunità di montagna presenti in regione sono all’ordine del giorno. Tuttavia sono due i punti della strategia che riteniamo maggiormente necessari per il territorio friulano: la gestione delle risorse naturali e lo sviluppo economico sostenibile, temi che vanno a braccetto.
Nello specifico, il primo in quanto il Friuli è un territorio a bassa densità di popolazione e ricco di aree naturali che comporta un alto capitale naturale pro capite; purtroppo spesso le risorse non vengono sfruttate adeguatamente per creare economia sul territorio, bensì usate da terzi a vantaggio prevalentemente privato ed a scapito del territorio e dei suoi abitanti. L’utilizzo accorto delle risorse naturali richiederebbe una strategia più trasparente e condivisa, soprattutto nel settore forestale, a reale vantaggio di chi sceglie di vivere e lavorare in queste terre anche per una questione identitaria. Questo si collega con lo sviluppo economico dei territori, soprattutto delle cosiddette aree interne: l’economia va creata nel territorio e deve rimanere nello stesso, andando ben oltre il turismo, attività che quando preponderante rende il territorio dipendente dall’esterno, cosa inaccettabile per il mantenimento di una dignità minima.
Si deve quindi lavorare per arginare la frammentazione della proprietà, piaga che danneggia la gestione forestale almeno quanto sta facendo il bostrico! Non ci si deve meravigliare se il Friuli è una tra le regioni più “anziane” al mondo, con particolare riferimento alle aree montane che stanno letteralmente avvizzendo, non semplicemente spopolando: la piramide demografica è ormai diventata un cuneo. È urgente e necessario fare politiche attive e in controtendenza con la mentalità fordista e produttivistica del secondo dopoguerra, rimettendo al centro le comunità, il territorio e le risorse locali, valorizzando le peculiarità delle stesse, le culture e gli usi locali. Insomma, innovare lanciando il cuore oltre l’ostacolo, ma mantenendo ben salde a terra le proprie radici.
Il teleriscaldamento a biomassa raccontato a Trentino Più
Pubblichiamo un bel dibattito andato in onda su Trentinopiu e al quale ha preso parte Andrea Ventura, amministratore delegato di Bioenergiafiemme e Presidente di TEV. Si parla di comunità energetiche, imprese di comunità, energia rinnovabile e del suo legame con i territori e la loro identità ed autonomia. Buona visione!
Intervista a Radio Spazio 103 sul fuori foresta
Sabato 1 febbraio il nostro associato Fabio Gallici è stato inetrvistato a Radio Spazio 103, radio locale friulana, sul tema del fuori foresta.
Nel dialogo con il giornalista Federico Rossi, all’interno della trasmissione “Gjal e copasse”, ci aiuta a capire meglio cosa sta succedendo in Friuli sulla gestione delle potature e degli sfalci della foresta urbana e sui problemi derivanti dalla decisione di considerarli rifiuti e non più sottoprodotti.