Le fake news colpiscono anche le biomasse: campagna denigratoria e di falsa informazione diffusa da produttore di gas.

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Milano – Le fake news non risparmiano il settore delle bioenergie! Martedì scorso, in occasione della Giornata internazionale dell’albero, Liquigas, azienda di produzione e distribuzione di gas (fonte fossile) ha diffuso una campagna volta a denigrare la produzione di energia da biomasse legnose (fonte rinnovabile), diffondendo informazioni parziali e tendenziose e immagini costruite ad arte per distorcere pesantemente la percezione comune sull’impiego della legna per usi energetici.

Il teleriscaldamento a biomasse legnose viene demonizzato come se fosse il responsabile di emissioni climalteranti pesantissime e di deforestazione dilagante. La realtà è molto diversa invece: le emissioni di PM dei nostri impianti, dotati di sistemi di abbattimento delle emissioni all’avanguardia e certificati, si avvicina moltissimo a quella di impianti a gas (dati facilmente reperibili da ARPA Lombardia, per esempio). A differenza di questi ultimi, le centrali a biomassa sono al centro di filiere virtuose sia di gestione forestale sostenibile sia di economia circolare nelle aree interne e montane, che come ben sappiamo tendono a spopolarsi e a venire abbandonate” spiega Walter Righini, presidente di FIPER. “Da anni cerchiamo di fare informazione corretta sulla sostenibilità della filiera bosco-legno-energia, fondamentale per un uso corretto e consapevole di questa risorsa a kilometro zero. L’impiego energetico secondo il principio a cascata rientra tra le azioni prioritarie della Strategia Forestale Nazionale promossa dal Ministero dell’Agricoltura, Sicurezza Alimentare e delle Foreste, a testimonianza del valore ambientale, economico e sociale di questa filiera. L’invito quindi a non “buttar fumo negli occhi” e discernere le informazioni. Fiper insieme alle altre associazioni di categoria, da non ultimo il cluster legno di cui fa parte, continuerà con maggior efficacia e forza a collaborare con Università, enti di ricerca, governi regionali e Governo, associazioni di agronomi forestali per dimostrare dati alla mano che si può o meglio si deve promuovere la decarbonizzazione della ns economia attraverso un maggior impiego delle bioenergie.  

Il tema dell’uso delle fonti fossili come il gas è ormai al centro dell’attenzione anche a livello europeo. “Bruxelles sta chiaramente chiedendo ai paesi membri di abbandonare gradualmente le fonti fossili. Ad esempio, sul PNRR non ci sono finanziamenti per gli impianti di teleriscaldamento che fanno uso anche del gas” chiarisce Vanessa Gallo, Segretaria generale di FIPER e membro del board di Bioenergy Europe Inoltre, spesso si dimentica di ricordare che nel calcolo delle emissioni del gas bisognerebbe sempre comprendere anche le emissioni fuggitive, che impattano molto sul clima, tant’è che si deve lavorare su di una loro riduzione di più del 70% entro il 2030. Inoltre, è importante capire che il nostro paese e l’Europa tutta hanno bisogno di diversificare le fonti, creando un mix energetico che ci traghetti verso la sostenibilità: gettare cattiva luce sulle fonti rinnovabili non va certo in questa direzione”.

La campagna denigratoria è stata stigmatizzata anche da Luigi Torregiani di Compagnia delle Foreste, che si occupa di ricerca e comunicazione ambientale specifica sulle foreste e i boschi, e che sui social ha scritto che “Il mondo del legno è attaccato quotidianamente, talvolta con motivazioni grottesche e bizzarre. Ma queste accuse arrivano il più delle volte da persone mosse da buona fede, che non conoscono come funziona la gestione del bosco. In questo caso, invece, siamo di fronte ad un attacco da parte di lobbies del fossile che conoscono molto bene la realtà, e che scelgono di utilizzare questo tipo di comunicazione per puro interesse. Lo considero molto più grave e, personalmente, disdicevole”.

A testimonianza di quanto detto, sono sempre di più le aziende e i privati che, anche nelle grandi città, stanno passando da impianti a gas a impianti a biomassa legnosa, non solo per la stabilità dei prezzi che una filiera corta e locale garantisce, ma anche per la sostenibilità ambientale che questi impianti garantiscono.