Intervista Dott. Carlo Piemonte, Direttore Generale Cluster Italia Foresta Legno
1. In Italia è nato da poco il Cluster Italia Foresta Legno. Di cosa si tratta, chi lo ha promosso, quali realtà ne fanno parte?
Il Cluster Nazionale si inserisce nel percorso tracciato dalla Strategia Forestale Nazionale con la quale si è delineato il futuro del sistema forestale italiano, in un ottica di gestione attiva e sostenibile di questa preziosa risorsa e delle filiere che lo compongono. Alla presenza del Ministro On. Lollobrigida presso la Sala Cavour del Ministero dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, i cofondatori hanno dato il via ad un percorso che è solo all’inizio e che sarà sviluppato con tutti i partner nazionali che condividano i valori espressi nello statuto. Una sfida complessa ma importante per il nostro sistema.
2. Quali sono gli obiettivi e le finalità del cluster?
Indubbiamente creare un punto di dialogo e confronto costante tra le diverse realtà del settore foresta legno. Non è una sfida banale o di minore importanza. Anzi. Riuscire a trovare dei punti comuni e quali sfide percorrere insieme, rende il settore più forte al proprio interno e rafforza altresì il valore che la nostra Nazione può rappresentare verso l’Europa o altri Paesi coinvolti nel settore foresta legno. Parallelamente stiamo attivando tutta una serie di iniziative a livello nazionale per favorire le progettualità in filiera e dare supporto ai territori italiani che vogliano partecipare ad una gestione più attiva e sostenibile del proprio patrimonio forestale.
3. Quali sono le principali caratteristiche del settore foresta-legno italiano?
E’ un settore che ha molto ancora da esprimere ma che può rappresentare un modello di sviluppo sostenibile a cui guardare, soprattutto per le aree interne nazionali. Rinnovabilità della materia prima, valorizzazione delle filiere corte, economia di prossimità nonché energetica, sono solo alcune delle tematiche che rendono questo settore di altissima importanza ed interesse. Certamente siamo consapevoli della complessità delle sfide che dovremo affrontare, sia in chiave nazionale che europea, ma il settore ora ha un punto di confronto nel quale poter crescere e migliorare.
4. Qual è il ruolo economico che questo settore gioca attualmente in Italia e quali i suoi potenziali sviluppi futuri?
Nel suo complesso parliamo di circa 15 milioni di metri cubi di legname utilizzato dai nostri boschi dei quali gran parte ad uso energetico con un indice tra i più bassi di Europa nel rapporto tra l’utilizzazione rispetto all’accrescimento. Si consideri altresì che la stragrande maggioranza di legno trasformato dal settore manifatturiero italiano è di importazione. Quindi una delle sfide maggiori che il sistema può affrontare è quella di utilizzare maggiormente il legname nazionale in un ottica di pianificazione sostenibile dei tagli e, parallelamente, introdurlo nelle giuste filiere affinché il valore aggiunto rimanga sul territorio.
5. Come si concilia l’uso del legno per fini produttivi o energetici con la salvaguardia dell’ambiente e del territorio?
Il principio chiave è la pianificazione delle foreste in un ottica di sostenibilità abbinata ad un utilizzo a cascata del legno che si estrae: si parte dalla possibilità di dare il giusto valore al legname all’interno delle diverse filiere di trasformazione, per poi dare valore altresì ai residui di lavorazione o a quello che non si può più riutilizzare o riciclare per farlo diventare un combustibile. Un processo, quello energetico, che se fatto attraverso l’utilizzo di sistemi efficienti ed a basso impatto ambientale a 4 o 5 stelle, rappresenta certamente una filiera sostenibile che ben si inserisce nell’ampio concetto di valorizzazione del legname. Se consideriamo in particolare alcune realtà montane che non accedono agevolmente ad altre risorse energetiche, diventa strategico poter attuare un percorso virtuoso di pianificazione delle foreste locali, gestione dei tagli in un ottica sostenibile valutando anche una definizione puntuale della biomassa disponibile in grado di portare energia e calore a queste comunità. In questo modo si contribuisce all’attenuazione della dipendenza da combustibili fossili o altri e, parimenti, si garantisce un minore impatto ambientale. Con un sistema forestale nazionale gestito attivamente e consapevolmente c’è spazio per ogni filiera italiana.
6. Quali azioni si intendono promuovere nel breve periodo per sostenere la gestione forestale dei boschi italiani?
Diffondere la consapevolezza dell’importanza di una gestione attiva forestale, collaborare con i Ministeri coinvolti dal settore foresta legno per analizzare le priorità comuni evidenziate dagli associati al Cluster, coinvolgere le Regioni e Province autonome italiane all’interno del Cluster Nazionale per condividere buone prassi, iniziative e proposte di gestione attiva forestale. Parimenti stiamo lavorando con i diversi gruppi di lavoro ministeriali per portare in evidenza anche un’opinione qualificata sul sistema foresta legno che, di fatto, può diventare uno dei pilastri della bio-economia italiana presente e futura.