Intervista con il presidente di FIPER Walter Righini
Il 2022, che ci lasciamo alle spalle, è stato un anno che non ci scorderemo facilmente. Lo abbiamo accolto con grandi speranze, poiché riponevamo in esso la speranza di uscire definitivamente dalla crisi pandemica, ma ci siamo ritrovati ben presto invischiati in un’altra grave crisi globale, drammaticamente apertasi con la guerra russa in Ucraina. Le ripercussioni sulle nostre vite sono ben note a tutti, con le impennate dei costi delle bollette energetiche di imprese e famiglie e il costante e complicato lavoro diplomatico sul piano nazionale ed europeo per contrastare queste conseguenze potenzialmente nefaste per la nostra economia.
In seguito a tutto ciò, anche in Italia è diventata chiara a tutti ed apertamente esplicitata dal Governo stesso la necessità di renderci indipendenti dalla fornitura di gas dei paesi esteri in generale e da quella russa in particolare, attraverso la spinta e l’accelerazione verso una transizione energetica che ci garantisca la sicurezza di approvvigionamento. Una transizione che presuppone maggiori investimenti sulle energie rinnovabili.
Le bioenergie hanno dimostrato in questa fase di poter essere una reale alternativa al gas russo: i prezzi del teleriscaldamento alimentato a biomasse legnose si sono mantenuti pressoché stabili (subendo al massimo incrementi del 5-10%), mostrando così la loro forza e stabilità grazie ad un sistema locale e sostenibile di approvvigionamento della materia prima, indipendente quindi dai rivolgimenti geopolitici e dalle conseguenti oscillazioni del mercato internazionale dell’energia.
Attualmente le bioenergie rappresentano circa il 60% della quota di energia rinnovabile in Europa, ricoprendo il 13% del mix energetico e generano quasi un milione di posti di lavoro. In Italia contribuiscono al 43% della produzione rinnovabile e all’8% dei consumi totali, con un potenziale sufficiente a sostituire oltre 10 miliardi di metri cubi di gas, vale a dire più del 30% del gas importato annualmente dalla Russia, con ricadute economiche che superano i 37 miliardi di euro all’anno.
Anche a livello governativo il 2023 si apre con una nota positiva: Fiper ha manifestato il proprio apprezzamento per la misura inserita nella legge di bilancio deliberata a fine anno che riduce l’aliquota l’IVA al 5% anche per il servizio di teleriscaldamento, equiparandolo in questo modo alla misura già adottata per la fornitura di gas nel mercato domestico. Un primo segnale verso il perseguimento del mix energetico nel settore del riscaldamento e una scelta che contribuirà a rendere ancora più competitivo il teleriscaldamento rinnovabile, in particolare alimentato a biomassa legnosa. Questa riduzione, volta a calmierare il caro bollette, permetterà anche a chi non si è ancora allacciato alle reti di valutare la convenienza del servizio.
Una misura necessaria, ma non sufficiente! Crediamo, per esempio, che molto si possa ancora fare sul fronte dei fondi volti a sostenere nuove reti di teleriscaldamento efficienti o l’ampliamento delle esistenti: ben più della metà delle richieste pervenute al bando del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, promosso a partire dalle risorse del PNRR, sono infatti rimaste senza finanziamento.
È chiaro che servono molte più risorse se vogliamo raggiungere gli obiettivi che lo stesso PNRR ci impone, sia in termini di rilancio del sistema Paese, sia di risorse elargite e quindi investite. Dal momento che le domande di finanziamento non mancano, chiediamo con forza al Governo che vengano identificate e destinate al più presto risorse necessarie a finanziare tutti i progetti già selezionati rimasti senza un sostegno economico. Non dimentichiamo che il governo tedesco ha allocato ben 2,98 miliardi di euro per il sostegno al teleriscaldamento, una cifra che fa impallidire quella ben più timida di soli 200 milioni di euro stanziata dal nostro governo, la quale infatti è riuscita a finanziare solamente 29 dei 118 progetti presentati dai territori dei quali infatti ben 60 sono stati dichiarati ammissibili ma non finanziati.
C’è un altro tema su cui Fiper sta lavorando e intende proseguire il proprio impegno, nella convinzione che rappresenti una strategica chiave di lettura del futuro energetico del paese: le comunità dell’energia rinnovabile (CER).
Le CER, infatti, sono state definite dalla Direttiva europea RED II come un modello di autoconsumo collettivo per energia termica ed elettrica, ma l’Italia ha recepito il testo della direttiva limitando le incentivazioni alla sola produzione di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili. Fiper ha proposto e continuerà il confronto con le istituzioni affinché la produzione e l’autoconsumo collettivo di energia termica vengano inclusi nel sistema di incentivazione., Del resto, la misura permetterebbe di allinearsi al dettato europeo, dando così maggior stimolo alla nascita di nuovi sistemi di teleriscaldamento locali sostenibili e a filiera corta, in particolare nelle zone montane del Paese, che possano rappresentare per queste ultime un reale motore di sviluppo territoriale.
Proprio con quest’ottica Fiper sta lavorando alla costruzione di una comunità dell’energia in Valtellina per dotare i tre comuni di Mazzo di Valtellina, Lovero e Tovo Sant’Agata di un sistema di teleriscaldamento a biomasse legnose vergini, materia prima abbondante nei boschi privati e pubblici dei tre comuni.
Lo studio di prefattibilità di questo progetto, che si prefigge obiettivi ambientali (quali l’abbattimento delle emissioni in atmosfera e la gestione sostenibile dei boschi attualmente abbandonati) e socioeconomici (come la riduzione dei costi di approvvigionamento dell’energia e l’avvio di una filiera locale che parte dalla gestione delle foreste e finisca ad alimentare l’impianto di teleriscaldamento) è stato possibile grazie alla partecipazione nel progetto europeo BeCOOP, di cui Fiper è partner pilota per l’Italia e che entra nel terzo e ultimo anno di attività.
L’esperienza del progetto BeCOOP ha dimostrato quanto sia importante la presenza in una dimensione europea per una realtà come Fiper, se vogliamo continuare ad essere avanguardia dei temi più innovativi e creare una rete sovra nazionale nella quale sperimentare le nuove frontiere del comparto e portare in luce, nei luoghi decisivi, le istanze del settore.
Non a caso ci siamo ricandidati come componenti del board europeo Bioenergy Europe e siamo soddisfatti di essere stati riconfermati. È matura ormai la consapevolezza che sia fondamentale per la Federazione partecipare attivamente al lavoro di lobby che viene svolto direttamente a Bruxelles, dove le maggiori decisioni in materia di energia sono formulate e deliberate.
In particolare, ancora aperta è la questione relativa alla definizione di “biomassa legnosa primaria” all’interno dell’iter deliberativo della RED III. È necessaria una continua vigilanza, affinché non si commetta l’errore di varare una norma che finisca per deprimere pesantemente la filiera bosco-legno-energia e l’uso a cascata del legno, divenendo in questo modo un vero ostacolo al rilancio del settore delle bioenergie, oltre che una vera e propria contraddizione con gli obiettivi della stessa Unione Europea.
L’anno che si è appena aperto ci vedrà impegnati anche nello studio e approfondimento, nel settore delle bioenergie, delle potenzialità delle società benefit le quali attualmente sono circa 2500 in tutt’Italia, distribuite nei più diversi settori produttivi. In questo campo si può aprire infatti un’interessante opportunità per le aziende che producono energia da fonti rinnovabili in quanto realtà già impostate come imprese con un approccio attento alla sostenibilità sociale e ambientale e che quindi possono abbastanza facilmente migrare verso questo tipo di configurazione giuridica, usufruendo di alcune agevolazioni e fondi ancora poco sfruttati in Italia.
In conclusione, possiamo affermare che il 2023 si presenta denso di appuntamenti importanti e sicuramente impegnativo e laborioso perché si trasformi questa crisi energetica in un forte accelerazione verso l’impiego delle fonti rinnovabili, attuando di fatto una transizione reale verso un’economia a basse emissioni e la creazione di nuovi posti di lavoro. Per l’Italia, una grande occasione di crescita e sviluppo sostenibile! Fiper continuerà a vigilare e non mancherà di far sentire la propria voce ogni volta che ce ne sarà bisogno, nella consapevolezza che gli obiettivi dei produttori di energie da fonti rinnovabili siano, oggi più che mai, gli stessi di tutto il Paese e dell’Europa.