Milano – Nel corso della prima giornata del “Clean air dialogue”, il dialogo bilaterale avviato dal Governo italiano con la Commissione europea per ridurre le emissioni dannose causate dall’industria, dal traffico, dal riscaldamento e dall’agricoltura, tenutosi il 4 giugno a Torino, è stato sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio e dai Ministri dell’Ambiente, dell’Economia, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti, delle Politiche agricole e della Salute e dal presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il Protocollo di Intesa che costituisce il “Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria”
Il documento contiene precisi impegni e misure di riduzione che riguardano i tre settori che contribuiscono maggiormente agli elevati livelli di inquinamento, soprattutto invernali: trasporti, agricoltura e riscaldamento civile. Integra e consolida i dettami già siglati nell’ambito dell’accordo per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano.
5 ambiti di intervento
Il Piano è articolato in 5 ambiti di intervento: uno trasversale e quattro tematici.
Le misure che riguardano il settore di competenza FIPER sono contenute dell’Ambito di intervento 2 e 4, di seguito si riassumono i provvedimenti più significativi.
Ambito d’intervento 2
Interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca
Promuovere presso le competenti autorità comunitarie, nell’ambito dei futuri programmi di sviluppo rurale, che le misure di abbattimento delle emissioni di ammoniaca siano finanziate come misure di “investimenti non produttivi” all’interno della prossima programmazione 2021-2017.
Limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali a cielo aperto.
Formulare una proposta di modifica del decreto legislativo 152/2006 volta progressivamente a limitare la pratica dell’abbruciamento dei residui vegetali, anche nell’ottica del recupero e valorizzazione di tali residui.
Ambito d’intervento 4
Riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dagli impianti termici alimentati a biomassa.
B) Verificare la fattibilità di introdurre limitazioni all’uso della biomassa per la produzione di calore da destinare al teleriscaldamento nelle aree affette da problemi di qualità dell’aria, analizzando in particolare l’eventuale risparmio di emissioni che deriverebbe dall’introduzione di tale disposizione, rispetto alla generazione di calore distribuita e alla disponibilità di altre fonti.
La posizione di FIPER
– FIPER condivide le finalità del Piano e la costituzione di una cabina la cui regia è in capo alla presidenza del Consiglio, a testimoniare l’urgenza e l’importanza del Piano per il Sistema Paese. L’introduzione delle misure trasversali definite nell’ambito di intervento 1 relative alla razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi rappresenta un segnale importante di discontinuità rispetto al passato anche recente. Si sottolinea che lo scorso 21 maggio il Governo ha prorogato le agevolazioni ovvero la tassazione ridotta per il Gpl e il gasolio impiegati per il riscaldamento nelle zone montane, in Sardegna e nelle isole minori fino al 31 dicembre del 2024. Razionalizzare i sussidi ambientalmente dannosi significa innanzitutto revisionare l’attuale quadro fiscale con particolare riferimento alle accise ridotte, il cui gettito potrebbe confluire nel Fondo per il funzionamento del programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico.
– Gli interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca sono strettamente connessi al riconoscimento dei servizi ambientali svolti dagli impianti a biogas agricolo. Un segnale importante il Decreto 29 maggio 2019, n. 7695 di Regione Lombardia in stretta sinergia con il Ministero dell’Ambiente, che prevede una misura specifica per gli impianti a biogas attraverso il finanziamento di attrezzature e tecnologie che ottimizzano la gestione dei residui nel processo produttivo. FIPER ha avviato un confronto con Regione Lombardia e Piemonte per identificare misure specifiche a valorizzare e consolidare la presenza degli impianti a biogas sul territorio per una corretta e sostenibile gestione dell’ammoniaca, dell’azoto e della sostituzione di fertilizzanti chimici. È prioritario a tal fine un approccio integrato per la promozione di un sistema agricolo sostenibile a livello economico e ambientale, che sia competitivo sul mercato.
– Il recupero e la valorizzazione dei residui vegetali, nonché la limitazione all’abbruciamento dei medesimi, è un’azione concreta che coniuga l’economia circolare alla produzione di energia da fonte rinnovabile. Da anni FIPER si è battuta per far escludere le potature del verde urbano dal regime dei rifiuti. Dall’entrata in vigore della legge europea 2018 pubblicata lo scorso 14 maggio, gli sfalci e le potature derivanti dalla manutenzione del verde pubblico dei comuni, utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi, mediante processi o metodi che non danneggiano l’ambiente né mettono in pericolo la salute umana(art.20) sono esclusi dal regime rifiuti. Poter impiegare questi residui in centrali di teleriscaldamento a biomassa dotate di sistemi di abbattimento delle emissioni altamente performanti permette di trasformare questi prodotti in un ottimo biocombustibile e produce un ricavo per i Comuni e le Amministrazioni Pubbliche. Avviare mini-centrali trigenerazione in Puglia o in altre regioni a vocazione agricola può rappresentare una grande opportunità per valorizzare a fini energetici i residui legnosi provenienti dagli espianti degli uliveti e garantire una filiera di approvvigionamento delle potature di lungo periodo.
– La riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dagli impianti termici alimentati a biomassa si può raggiungere sia con la sostituzione degli apparecchi domestici che con l’estensione/avvio di reti di teleriscaldamento a biomassa. Non è coerente secondo FIPER introdurre limitazioni all’uso della biomassa per la produzione di calore da destinare al teleriscaldamento dotato di sistemi di abbattimento 10 volte superiori in termini di prestazioni agli apparecchi domestici a 4 stelle. Inoltre, i sistemi di teleriscaldamento efficienti promossi dalla Direttiva e recepiti dal d.lgs. 102/2014 prevedono l’impiego combinato di più fonti presenti sul territorio; il mix ottimale di combustibili permetterebbe un reale abbattimento delle emissioni e riduzione della CO2, con importanti benefici in ambito locale, quale la manutenzione dei boschi, l’occupazione in aree marginali e la promozione dell’economia locale.